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sabato 12 dicembre 2015

Beverati il pacificatore



Durante la conferenza stampa che si è tenuta stamane in piazza Mazzini per presentare il Presepe Vivente, oltre alle informazioni che troverete poi sui giornali e che non sto ad anticipare, c’è stato l’intervento dell’assessore Giacomo Beverati che ha partecipato in rappresentanza del Sindaco, che non è potuto venire per impegni improcrastinabili. Beverati ha finalmente adottato un tono molto collaborativo, riconoscendo che, all’inizio, c’è stata qualche (più di qualche) difficoltà da parte dell’Amministrazione Comunale a comprendere l’importanza e la caratura dell’evento ma che ora esiste la consapevolezza anche da parte dei nostri amministratori che siamo di fronte a un qualcosa di prezioso per tutta Montegranaro, un qualcosa che travalica le beghe politiche e le piccole ripicche di uomini piccoli.
Ho molto apprezzato l’intervento di Beverati, anche perché esce dai canoni consueti dei nostri amministratori, fin qui sempre piuttosto bellicosi, e si pone in un atteggiamento di apertura al quale, francamente, non siamo abituati. Un’inversione di tendenza, forse, o forse solo l’idea del singolo, fatto sta che, in un passaggio del suo intervento, Beverati arriva a riconoscere che il clima è diventato insostenibile e che i rapporti si sono deteriorati oltre ogni limite. Da qui l’appello a tornare a una dialettica più pacata e rispettosa, appello pienamente condivisibile.
Il punto è, però, che questo clima è stato generato proprio da numerosi e continui atteggiamenti aggressivi da parte di componenti la giunta Mancini e che è da loro che arrivano costantemente bordate e attacchi alle persone. Il diritto di critica nei confronti di chi governa non può essere messo in discussione e se chi riceve la critica, in questo caso alcuni membri della giunta Mancini, anziché ribattere e dibattere mantenendo la discussione sul piano della normale dialettica politica, reagisce andando costantemente a colpire la persona, non si può certo pensare ad un abbassamento dei toni.
Pertanto sono pienamente d’accordo con Beverati, ma il primo passo va compiuto da parte dell’amministrazione Mancini e, in particolare, dai suoi vertici, così come anche Mauro Lucentini ha affermato subito dopo le parole dell’assessore. Va da sé che, da parte mia, c’è piena disponibilità. Mi è facile perché le persone, io, non le ho mai attaccate. Attacco i fatti, le azioni, ma mai la dignità di chi le compie. Cominciassero anche da piazza Mazzini a fare lo stesso e il clima si distenderebbe di conseguenza, fermi restando i danni nei rapporti personali ormai compiuti e che difficilmente potranno sanarsi.  Se questa è la nuova volontà della maggioranza di governo ben venga, se invece, come temo, è solo il pensiero di Giacomo Beverati, è bene ricordare che le tregue unilaterali non tengono. Vedremo.

Luca Craia

venerdì 9 gennaio 2015

Calepio: cronaca di un disastro annunciato.



Non è una novità che l’affare “Calepio Scavi” sia stata la pagina più nera della storia della politica montegranarese. Un’operazione sulla carta geniale, perché dava l’opportunità al Comune di realizzare a costo zero (sempre sulla carta) opere di grande rilievo e, come contropartita, si dava al partner un tornaconto economico importante ma che non gravava sulle casse comuni. Ma non è stato così e anche questa non è una novità.
Sappiamo tutto, ormai, o quasi della vicenda: sappiamo chi sono i responsabili, sappiamo di quanta leggerezza sia stata utilizzata, sappiamo che le conseguenze le pagheremo, noi cittadini montegranaresi, per i prossimi lunghi anni, con bilanci fortemente penalizzati, con capacità di spesa ridotta, con una crescita del Comune bloccata. I responsabili sono noti, dicevo, ma siedono tranquillamente in Consiglio Comunale, arringano, diventano determinanti, sostengono la maggioranza che, invece, dovrebbe rifiutare ogni sostegno da parte di chi ha massacrato politicamente Montegranaro.
Non per fare dietrologia ma solo un’analisi della vicenda; che la Calepio avrebbe fatto la fine che ha fatto lo si sapeva. Io lo sapevo, possibile che chi di dovere ne era all’oscuro? All’epoca ero molto lontano dalla politica attiva, lavoravo come area manager commerciale gestendo una zona geografica molto vasta che mi portava a stare lontano da Montegranaro e ad avere pochissimo tempo a disposizione per occuparmi come avrei voluto delle faccende del paese. Ma ricordo molto bene, parlo del 2004, che molti miei clienti del settore edile mi chiedevano se davvero a Montegranaro fossimo diventati così matti da fare affari con la Calepio. Me lo dicevano clienti geograficamente vicini ma anche lontani, uno addirittura mi telefonò apposta da Campobasso. Quindi tutti sapevano com’era messa la Calepio. Perché i nostri politici di allora (che poi, in tanti, sono quelli di ora) non erano a conoscenza delle difficoltà della ditta bergamasca? Erano state prese informazioni? Perché nessuna precauzione (fidejussioni, cauzioni)?
Certo, ora è inutile piangere sul latte versato. Ma conoscere le responsabilità reali sarebbe opportuno e corretto nei confronti dei cittadini. E, soprattutto, i responsabili già noti e conclamati, abbiano la decenza di fare uno, due, dieci passi indietro, allontanarsi dalla scena politica se non altro per una questione di dignità. La stessa dignità che dovrebbe impedire a chi ci governa oggi di accettare qualsiasi tipo di aiuto politico da queste persone.

Luca Craia