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mercoledì 26 ottobre 2016

Centro storico: il bonus commercianti di Beverati dimenticato



Non è stato rinnovato per il 2016, almeno fino a oggi, il bonus per l’apertura di nuove attività nel centro storico e zone limitrofe di Montegranaro. L’iniziativa era partita nel 2014 dallo stesso assessore al commercio e al centro storico, Giacomo Beverati, e prevedeva un piccolo aiuto, 500 Euro, per chi aprisse, nell’anno 2015, un nuovo esercizio commerciale o artigianale all’interno di una lista di vie che comprendeva tutto il centro storico e alcune zone immediatamente adiacenti, come viale Gramsci, largo Conti e via Di Battista. Il primo anno l’iniziativa ebbe scarso successo e l’unica attività a usufruirne fu la parrucchieria aperta in viale Gramsci. Per l’anno 2016 l’assessore aveva promesso un nuovo bando ma, a tutt’oggi, non lo abbiamo visto. Non che quest’anno siano state aperte tante attività, credo soltanto una, ma forse l’incentivo avrebbe potuto rendere più agevole qualche nuova iniziativa. Ci sono ancora due mesi per emettere il bando ma certo che, per il 2016, ormai possiamo archiviare la cosa.
Non che il bonus di Beverati possa essere una soluzione valida all’abbandono commerciale del paese antico, anzi, credo sia un palliativo se non dannoso sicuramente inutile, ma la maniera in cui è stato gestito è sintomatica dell’impegno e della coerenza che si mette nella gestione politica delle problematiche legate al centro storico.

Luca Craia

giovedì 26 maggio 2016

Renzi regala 500 euro agli studenti, anche a quelli stranieri



Un provvedimento inspiegabile, irragionevole, inutile a meno che non si pensi che sia l’ennesimo tentativo di acquistare qualche voto: il Governo Renzi destina 500 euro a ogni studente diciottenne residente in Italia, sia cittadino italiano che straniero. Che ci fa un diciottenne di questi 500 euro? Secondo il piano del Governo, i soldi verranno elargiti a fronte di spese per l’arricchimento culturale, quindi libri, teatro, cinema, musica e quant’altro possa essere inquadrato come educativo; tutto piuttosto vago, per ora, ma magari si spiegherà meglio nella fase attuativa.
Quello che non si capisce è perché si diano soldi agli studenti mentre si tolgono alle scuole. Non sarebbe più logico e sensato investire nel sistema scuola piuttosto che dare soldi a pioggia? Il sospetto è che, dato il referendum costituzionale di ottobre, Renzi voglia, ancora una volta, comprarsi qualche voto regalando soldini come aveva fatto per i famosi 80 euro. E li regala proprio ai diciottenni, ossia a coloro che, quest’anno, voteranno per la prima volta. Guarda caso.
Mons. Nuncio Galantino
Questo sospetto è venuto a molti, anche a Monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, che ha mosso proprio questa critica al Governo: si danno soldi soltanto agli studenti con diritto di voto. Peggio: Renzi cerca di salvarsi la faccia e di non inimicarsi la CEI ed estende il bonus anche agli stranieri, che non voteranno ma fanno tanta immagine. Ecco quindi che qualche ulteriore milione di Euro se ne va con leggerezza. La CEI è contenta, Renzi pure, i diciottenni non ci possono credere e noi paghiamo.
Perché il punto è questo: il provvedimento non serve a niente. Non aumenterà la cultura dei nostri ragazzi, per quello dovrebbe pensarci prima la scuola ma, vista l’inefficienza generale del nostro sistema scolastico, non sarà che renderemo più dotti gli studenti con 500 miseri euro a testa. Però costa, e costa ancora di più perché, se almeno per gli studenti italiani i soldi sono i nostri e restano nostri, con gli stranieri il discorso cambia: investiamo su persone senza la certezza di un ritorno economico, senza sapere se la cultura che questi ragazzi acquisiscono oggi sarà poi messa a disposizione del popolo italiano che l’ha pagata o se ne andrà con loro in chissà quale angolo del mondo. Vivessimo tempi di vacche grasse sarebbe una bella filantropia, ma qui le vacche muoiono di stenti e questi gesti magnanimi sarebbe bene risparmiarseli.

Luca Craia