Franco Cerri l'ho conosciuto quando venne a
Montegranaro, nel 1985, per un concerto in trio insieme a Marco Vaggi ed Enrico
Intra. All'epoca ero un ragazzino con la passione per la radio, così chiesi
all'allora direttore di Radio Veregra, Valentino Polimanti, se potevo andare a
intervistarli per la nostra testata. Andammo io e Giovanni Leonardi, due
ragazzetti impacciati ma temerari di fronte a tre mostri del jazz. Chiedemmo
loro il permesso di intervistarli e di registrare qualche stralcio del
concerto, che fu meraviglioso. E Cerri, Intra e Vaggi furono cordialissimi. Ne
uscì una gran bella cosa, per i modesti mezzi della nostra realtà locale.
Seguivo Cerri già da tempo, i primi rudimenti della chitarra li imparai proprio
con le sue dispense vendute in edicola e la sua voce mi era familiare perché la
sentivo registrata nelle cassette del corso. Ho questa immagine molto bella, di
un uomo elegante, colto, gentilissimo, con le mani magiche sulla sei corde
della sua semiacustica Gibson. Molti lo ricorderanno per la pubblicità di Bio
Presto, "l'uomo in ammollo", chi ama la musica, però, lo celebra come
uno dei più grandi musicisti italiani di ogni tempo. Io, personalmente, lo
ricorderò sempre per la sua grande gentilezza e signorilità.
Luca Craia
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