Comunicato integrale
Le difficoltà economiche delle Marche sono evidenti a tutti, a certificarlo
ora è anche la Commissione Europea. Nella nuova programmazione dei fondi
comunitari Marche e Umbria sono passate dallo status di regioni sviluppate a
regioni in transizione, andando così ad aggiungersi ad Abruzzo, Molise e
Sardegna. Nei nuovi indici emessi a dicembre dalla Commissione, che andranno a
costruire la base della programmazione futura, le due regioni si collocano
sotto la media europea per PIL pro-capite e occupazione, con un preoccupante
tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile.
Da qui, l'attivismo di consigliere regionali e parlamentari marchigiani del
Movimento 5 Stelle: negli scorsi mesi, l'onorevole Patrizia Terzoni si era
attivata alla Camera assieme ad altri colleghi per chiedere alle Marche
l'estensione alle due regioni delle politiche di coesione e degli incentivi per
il Sud.
A questa proposta, avevano fatto eco le consigliere regionali marchigiane,
con una mozione proposta da Simona Lupini insieme alla collega capogruppo Marta
Ruggeri.
La mozione, discussa nel Consiglio del 14 settembre dopo quasi 5 mesi, è
stata accolta all'unanimità dal Consiglio, con una discussione costruttiva tra
le diverse parti sulle modalità più adatte a rilanciare la competitività della
Regione.
“Questo pezzo della Terza Italia, che si contraddistingueva fino a pochi
anni fa per una forte vocazione manifatturiera e artigiana, ha ceduto in maniera
drammatica: siamo stati per anni una delle regioni più industrializzate
d’Europa, ma dopo la crisi del 2009
abbiamo avuto una caduta consistente del PIL, gravi crisi industriali e
accentuati processi di delocalizzazione, con il distretto industriale di
Fabriano nell’occhio del ciclone. È il caso di crisi industriali come Ardo,
Indesit, Whirlpool, Tecnowind ed Elica. A questo si sommano gli effetti
devastanti del terremoto del 2016” ha spiegato in Consiglio Simona Lupini.
“Il passaggio a regione in transizione è la presa d’atto di una grave difficoltà, ma occorre fare in modo che possa rivelarsi anche un’opportunità. Aumenteranno sensibilmente i fondi europei – di oltre il 70% - e sarà necessario adeguare anche il quadro di aiuti italiani. Misure come la decontribuzione del 30% per i dipendenti, sgravi rafforzati sugli assunti under 35 e altre iniziative di questo genere devono coinvolgere anche il nostro territorio” continua la consigliera, sollecitando l'azione della Giunta presso i parlamentari e la conferenza Stato-Regioni “È necessario contrastare delocalizzazioni e crisi aziendali richiede misure specifiche per favorire la competitività delle imprese, la diversificazione dei mercati, il reshoring di attività dall’estero, o l’arrivo di nuovi investitori“.
Stimolate dal caso ELICA, sia la Giunta sia il Partito Democratico, sono al
lavoro su varie proposte, come la ZES e la Zona Logistica Semplificata
Rafforzata: la proposta del Movimento 5 Stelle è di andare ad intervenire sulle
condizioni strutturali, prendendo atto delle profonde trasformazioni
dell'economia regionale, che richiedono una riconversione radicale e condizioni
di vantaggio specifiche per chi assume e chi investe, intervenendo con urgenza.
Il rischio è che il deteriorarsi delle condizioni economiche e sociali del
territorio le disperda, impedendo il rilancio di un territorio che ancora oggi
esprime un grande know-how. Dovere della Regione è non limitarsi a
reagire alle crisi, a non rincorrere le crisi, ma programmare il futuro e
creare le condizioni migliori per poter rilanciare i distretti industriali dei
nostri territori.
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