lunedì 20 settembre 2021

Arriva Basso e mi dà ragione: lui e la Mancini non si sono mai amati. Tensioni in maggioranza. La lettera non è cosa nuova, l’aveva già mostrata Beverati.


 

Io non posso leggere quello che scrive su Facebook l’ormai ex superassessore Roberto Basso in quanto, bontà sua, mi ha bloccato dal suo profilo da tempi immemorabili, evitandomi così un bel po’ di mal di fegato. Ciononostante ogni tanto qualcuno mi segnala le sue uscite e, quando sono basate su quello che scrivo io (cosa che capita abbastanza spesso) mi tocca precisare le inesattezze.

Nell’ultimo intervento di Basso Quello Alto, riferito al mio post di ieri con cui riferivo delle sue dimissioni “fantasma” del luglio del 2019, di inesattezze ce ne sono diverse, a partire dal fatto che, comunque, pur spiegando i motivi che lo portarono a rimettere le deleghe di assessore al commercio e suffragando la tesi da me sostenuta che ci fossero corpose tensioni in maggioranza da ben prima che il tutto esplodesse con la crisi dello scorso Natale, non spiega però il motivo per cui questo atto politico che riguardava tutta la cittadinanza sia stato sottaciuto per mesi. Non è cosa da poco che un assessore riconsegni le deleghe, e va bene che i panni sporchi si lavano in famiglia, però la cosa riguarda tutta la cittadinanza e tenere i cittadini all’oscuro di questa situazione certamente trasparente non è.

Altra inesattezza riguarda il fatto che l’ex vicesindaco Ubaldi si sarebbe tenuto nel cassetto la copia della lettera per utilizzarla nel momento più opportuno, mentre la cosa era già nota da mesi, esattamente dal 18 dicembre 2020, quando l’architetto Beverati, causa e vittima della suddetta crisi, in un video su Facebook ne parlò ampliamente e la mostrò a favore di camera. Quindi nessuna novità e nessuna macchinazione elettorale: la cosa era nota prima, solo che magari, messa su L’Ape Ronza, fa innervosire di più.

Ma la cosa triste, a parte la questione della missiva fantasma, è il giochetto di attribuirsi la paternità delle opere compiute dalla Giunta Mancini. Secondo Basso, i colleghi dimissionari sarebbero stati a guardare mentre quelli del Pd agivano e facevano marciapiedi e giardini. Ma se la giunta andava d’amore e d’accordo fino a Natale, come si sostiene, come può essere che una parte lavorava e l’altra stava a guardare?

In ogni caso l’intervento di Basso è molto chiarificante: i rapporti difficili tra lui e il suo Sindaco vengono dichiarati apertamente, e questo avvalora la tesi secondo la quale la sua mancata candidatura forse non è altro che un mettersi in stand by attendendo un eventuale insuccesso di un concorrente interno. In politica si fa anche così, e Roberto Basso è uno che di politica ci capisce.

 

Luca Craia

 

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