lunedì 3 maggio 2021

Il cortocircuito Fedez rompe l’idillio tra M5S e Di Mare

 

Sono cose che capitano, quando la politica entra a gamba tesa in ambiti in cui non dovrebbe entrare o, quanto meno, dovrebbe non essere il fulcro. Per esempio, quando a un concerto non si fa musica, non si toccano temi sociali col mezzo artistico, ma si fanno comizi politici più o meno inaspettati (ma lasciatemi avere dei dubbi) capita che la politica vacilli e le posizioni cambino. Così, dopo la sparata di Fedez al Concerto del Primo Maggio, che ha fatto sparire cantanti e canzoni per farci parlare di una legge farlocca e di nomine in seno alla RAI, capita anche che il Movimento 5 Stelle, che si era scannato col PD per mettere le sue pedine al posto giusto, si veda in qualche modo costretto a sacrificarle, queste pedine.

Giuseppe Conte, diventato per autonomina leader dei ruderi del Movimento 5 Stelle, dimentico di quanto sangue sia scorso per mettere Franco Di Mare alla guida di RAI3 dichiara: “Io sto con Fedez. Nessuna censura”, abbandonando il direttore della terza rete RAI al suo destino. Delle due l’una: o Di Mare va sacrificato per obiettivi più alti, ma per come è messo il M5S non vedo quali questi obiettivi possano essere, oppure Conte sta facendo un’operazione di immagine per la quale se ne deve fregare di tutto e di tutti.

Del resto, tutta la faccenda è una questione di immagine, dei diritti degli omosessuali, in realtà, frega poco un po’ a tutti, Fedez compreso. Altrimenti non avrebbe alzato le barricate in questo modo, mettendo tutti contro tutti e soprattutto innescando una situazione che, alla fine, non porterà nulla di buono per i movimenti omosessuali. In Italia non c’è omofobia a livello culturale, ma a forza di metterci tutti contro tutti per vendere una bottiglietta di smalto in più o per salvare quattro voti spiccioli, vedrai che qualcosa viene fuori.

 

Luca Craia

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