giovedì 4 febbraio 2021

“Prima l’interesse nazionale, poi quello di partito”. Così Salvini apre a Draghi.

 


“Se dovessi fare l’interesse di partito, starei fuori a vedere quello che succede dicendo è colpa di Conte o è colpa di Renzi”. Con queste parole Salvini apre a Conte e si mostra più che possibilista nel votare la fiducia a un Governo guidato da Mario Draghi. Non è una disponibilità incondizionata, ma subordinata a cosa metterà in programma Draghi. Se i temi toccheranno le priorità della Lega, quali diminuzione della pressione fiscale, ripresa degli investimenti e difesa dei confini nazionali, la Lega appoggerà Draghi, se invece si avrà un atteggiamento più affine al Movimento 5 Stelle o al PD, il voto sarà contrario. “Prima l’interesse nazionale e poi quello di partito”, a ribadito più volte il leader della Lega, ponendo in questo modo un bivio davanti a Draghi: o si muove su linee vicine al centro-destra oppure la Lega si chiamerà fuori. È anche una sorta di dichiarazione di guerra contro il Movimento 5 Stelle, e pare difficile che si possano conciliare dentro lo stesso programma le posizioni dell’uno e dell’altro. Ora sta a Draghi stabilire quali siano le priorità e, di conseguenza, quali voti andare a intercettare per la fiducia.

 

Luca Craia

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