giovedì 26 novembre 2020

Facciamo acquisti nei nostri negozi. Aiutiamo noi stessi.



L’economia di un territorio è circolare. Se c’è ricchezza c’è per tutti, se c’è povertà, prima o poi arriva a tutti. La situazione economica che sta degenerando dopo nove mesi di pandemia e restrizioni di vario tipo può dare l’impressione che ci siano categorie esenti. Non è così. Anche chi oggi non sta subendo ripercussioni di rilievo prima o poi ne subirà, proprio perché l’impoverimento di intere categorie economiche ha inevitabilmente un effetto domino che, nel breve o medio periodo, le andrà a interessare tutte.

Fare acquisti nel negozio vicino casa, nelle attività del territorio, quindi, non è soltanto una forma lodevole di solidarietà e, se vogliamo, di gratitudine verso chi fornisce servizi più o meno essenziali che, in caso di necessità impellenti, risolvono le situazioni più disparate. Basterebbe questo per farlo, ma fare acquisti nelle nostre attività significa tutelare anche noi stessi. Se le nostre attività, quelle della nostra comunità e del nostro territorio, mantengono una redditività accettabile tanto da poter almeno sopravvivere, significa che il territorio e le comunità possono continuare a vivere, perché c’è circolazione di denaro, di ricchezza e l’economia del territorio rimane viva. Altrimenti muore e, con essa, anche la nostra piccola economia familiare.

Compriamo, specie ora per le Feste di Natale, nei negozi di vicinato, dai nostri artigiani, dagli ambulanti di casa nostra. Preferiamoli alla grande distribuzione dei centri commerciali e ai colossi delle vendite online. Facciamolo per sostenere le nostre imprese e facciamolo per noi stessi, per mantenere la nostra economia e la vita delle nostre comunità territoriali. Comprare a casa nostra è una scelta intelligente.

 

Luca Craia

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