Togliere il CAS ai terremotati si può e si deve. Si deve toglierlo a chi
ha avuto la casa ricostruita. Il punto è che, la casa ricostruita, non l’ha
avuta nessuno, per cui togliere il CAS è un’autentica violenza da parte dello
Stato, anche se uno, nel frattempo, anziché aspettare la casa se l’è ricomprata
coi soldi propri. Non ci sono rapinatori, tra i terremotati, non c’è gente che
ruba i soldi e ci si compra casa. Se un terremotato si compra casa, lo fa coi
soldi che ha risparmiato, coi frutti di lavoro e sacrifici. E per questo non
deve essere penalizzato, anzi, punito.
Ora c’è un ricorso al TAR da parte di uno dei pochi comitati superstiti,
dopo la bulimia di sodalizi degli anni scorsi: La Terra Trema Noi no. Hanno
fatto ricorso perché lo Stato, nella veste della Protezione Civile, quello Stato
che non ricostruisce e manco toglie le macerie, si arroga il diritto di
togliere il CAS a chi si è comprato casa ma, secondo una logica evidentemente
perversa, la toglie solo a chi lo ha fatto prima del novembre scorso, mentre
chi lo ha fatto dopo, vai a capire perché, continuerà a percepirlo.
Ma, a parte i ricorsi, rimane l’evidenza di un fatto: lo stato dà e lo
stato toglie, facendo qualche parafrasi vagamente blasfema; ma questo Stato non
dà, toglie soltanto. E questo è l’ennesimo sopruso e, se vogliamo, l’ennesima
dimostrazione che la volontà è di mandare via tutti.
Luca Craia