giovedì 25 giugno 2020

Le occasioni mancate



Oggi Facebook, con la sua funzione “ricordi”, mi ripropone le immagini del primo Veregra Street a cui partecipò una delle associazioni che ho fondato nella mia vita associativa, Città Vecchia, e questo mi porta a una riflessione che vorrei condividere senza intenti polemici ma solo per ragionare su come funzionano le cose.
Quando fondai Città Vecchia, nel lontano 2010, avevo un sogno: quello di creare una realtà che riuscisse a catalizzare le forze del paese per dare nuova linfa al centro storico, tramite due azioni: l’organizzazione di eventi che stimolasse l’attenzione della cittadinanza e della politica, e spronare la politica, appunto, a intervenire. Fu per me una bellissima esperienza, umana prima che sociale, perché mi permise di riallacciare rapporti, crearne di nuovi, e vivere un momento di grande partecipazione emotiva.
Ma fu anche un momento sociale fondamentale per Montegranaro, perché questo progetto stimolò tutto il mondo dell’associazionismo culturale, intrecciando collaborazioni e sinergie. Era un progetto politico, in definitiva, perché si proponeva di lavorare per la polis, per il bene comune. Ma la politica, quella fatta di interessi, di arrivismi, di propaganda, era fuori dal progetto, non le era consentito di interferire, poteva solo collaborare. E questo non mi è stato perdonato.
In questi anni ho ripensato e rielaborato quanto accaduto e il perché sono stato estromesso da quella che era, lo dico senza tema di smentita, una mia creatura, una mia idea, un mio progetto ben preciso. E la risposta è semplice: è entrata la politica, quella del potere, quella del controllo su ogni ganglio della società. E quel progetto era potenzialmente molto forte, molto incisivo, una cosa nuova che poteva scuotere la società stessa di Montegranaro. Per questo non mi è stato consentito di andare avanti.
Quello che è andato avanti è qualcosa di molto diverso da quello che pensavo e progettavo, e lo dico non senza amarezza e sorpresa, visto che tanti, che erano con me fin dalla prima ora, hanno girato l’angolo nel momento stesso in cui la politica decideva che si doveva girare l’angolo.
Non mi permetto di giudicare l’operato dell’associazione negli anni successivi alla mia estromissione, quello lo fa la gente, lo fa la storia. Io dico solo che la storia poteva essere molto diversa ma non lo è stata. E secondo me è un vero peccato, e non soltanto per me.

Luca Craia