venerdì 8 maggio 2020

Dal 18 si torna a Messa, ma con la massima prudenza. Ognuno faccia la sua parte.


È stato raggiunto ieri un accordo tra il Governo e la Conferenza Episcopale Italiana tramite il quale sarà finalmente possibile per i fedeli cattolici tornare alla celebrazione della Santa Messa e dell’Eucarestia. Come si ricorderà, nonostante fosse attesa la riapertura delle chiese per il 4 maggio scorso, inaspettatamente il Governo aveva deciso di non concederla, generando amarezza nei cattolici e una reazione piuttosto forte da parte della CEI. Ora si recupera questo errore e si dà la possibilità ai Cristiani di seguire liberamente il proprio culto, ma ci sono misure atte alla salvaguardia della salute comune che vanno tassativamente rispettate, e di questo la responsabilità è certamente in capo alle Parrocchie ma anche ai fedeli stessi che sono chiamati a rispettarle. Vediamole:
- l’accesso ai luoghi di culto va regolamentato in modo da scongiurare ogni tipo di assembramento, sia all’esterno che all’interno delle chiese;
- sarà stabilita la massima capienza delle chiese, in modo tale che si possa mantenere la distanza minima tra le persone di almeno un metro sia davanti che di lato. È quindi logico che ci sarà un numero chiuso per l’ingresso in chiesa, raggiunto il quale non sarà più possibile accedere;
- alla porta ci saranno dei volontari che regoleranno il flusso e controlleranno che i fedeli rispettino quanto richiesto dalla norma;
- ovviamente per entrare in chiesa è obbligatorio indossare la mascherina. Non è consentito accedere se si presentano sintomi riferibili alla sars-cov2, temperatura corporea superiore a 37,5° o se si è stati in contatto negli ultimi giorni con persone infette;
- per la sicurezza di tutti, le chiese saranno igienizzate al termine di ogni funzione, così come le suppellettili sacre e i microfoni;
- le acquasantiere saranno mantenute vuote;
- per la musica, è consentito l’organista ma non il coro;
- la Comunione verrà distribuita sulle mani, con l’accortezza del celebrante di non toccare quelle dei fedeli. Il Celebrante indosserà guanti monouso;
- non ci saranno libretti per i canti e, per le offerte, non verranno raccolte durante i riti ma verranno predisposti appositi contenitori;
- le confessioni verranno organizzate in luoghi riservati, ampi e areati, in modo che si possa rispettare la distanza interpersonale tra sacerdote e fedele. Entrambi debbono indossare la mascherina.
Riaperte le chiese, bisognerà ricordarsi che mantenerle costa. La chiesa, per essere a disposizione dei fedeli, necessita di attenzioni e di conseguenti costi: manutenzione, pulizia, utenze. Lo stesso vale per i luoghi parrocchiali dove la comunità svolge la sua vita comunitaria: oratori, luoghi di incontro, spazi comuni. Anche le attività parrocchiali hanno dei costi, gli aiuti ai bisognosi hanno dei costi, la catechesi, ogni cosa che si fa, purtroppo, comporta dei costi. Questi costi non sono a carico del Vaticano, come spesso sento dire da gente che, evidentemente, non conosce il funzionamento di certe cose. Questi costi sono a carico della comunità parrocchiale, quindi dei fedeli stessi. Ricordiamocelo, e sosteniamo le nostre parrocchie ricordandoci di quello che fanno. In questo periodo abbiamo visto cosa significa non poterle frequentare. Speriamo che abbiamo imparato qualcosa.

Luca Craia