Comunicato integrale
“Sono forti anche nella nostra regione le richieste di
riapertura di tante attività per le quali la scadenza del 1° giugno, se
confermata, potrebbe significare il collasso e la chiusura definitiva – afferma
il capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, che continua – Lo stesso
Governatore nei giorni scorsi ha annunciato di valutare la possibilità di
anticipare i tempi ma ancora non c’è chiarezza né un atto formale che definisca
le volontà della Giunta. Già da tempo Fratelli d’Italia chiede che il criterio
per la riapertura non sia il “codice Ateco” e la classificazione di alcuni
settori piuttosto che altri, ma sia la possibilità di garantire i parametri di
sicurezza oggi necessari allo svolgimento delle attività lavorative in modo
tale da dare, a chiunque possa rispettare le disposizioni, la possibilità di
riaprire subito.
In questa direzione andava l’impegno che avevo chiesto
di sottoporre alla votazione del consiglio regionale lo scorso martedì, con una
mozione, nel tentativo di impegnare formalmente la Giunta regionale a garantire
le riaperture delle attività che possono lavorare in sicurezza, raccogliendo il
grido di allarme di interi settori che oggi sono costretti a stare fermi. Un
indirizzo chiaro che, se votato, sarebbe stato un atto di responsabilità da
parte di tutti i consiglieri regionali, anche e soprattutto alla luce degli
annunci fatti da Ceriscioli, proprio a dimostrazione del fatto che in queste
circostanze emergenziali deve emergere il buon senso e non la parte politica.
La mia mozione però non è stata messa in votazione né
nel consiglio di martedì 28 aprile né in quello di giovedì 30. Avrei gradito –
ha aggiunto il consigliere di Fratelli d’Italia – da parte dei colleghi
consiglieri regionali un senso di responsabilità e di urgenza nel poter
trasformare la mia mozione in un atto di indirizzo forte e unitario nei
confronti della Giunta regionale e del governatore, anche per rafforzare le
posizioni che Ceriscioli sembra voler condividere pure in sede di confronto con
il Governo. Almeno da quanto ha annunciato in questi giorni.
L’auspicio è che il grido di allarme di intere
categorie non resti inascoltato e che gli annunci non restino un atto di
intenti ma vengano al più presto seguite da atti concreti, perché è urgente
dare risposte a migliaia di lavoratori, e che non accada ad esempio come con
l’ordinanza sull’obbligo dell’utilizzo delle mascherine, annunciata dal
presidente Ceriscioli e mai emanata. Interi settori lanciano un grido di
allarme, dalla ristorazione, bar e pub, il commercio al dettaglio, gli
artigiani, ma anche i servizi alla persona come parrucchieri ed estetisti e i
titolari di palestre e centri sportivi e non solo. Ricordo – conclude il
capogruppo Elena Leonardi – infatti che la Confcommercio Marche che ha stimato
che una riapertura a giugno comporterebbe la chiusura di 2.300 imprese con la
perdita di 21.000 posti di lavoro. Un
esito che dobbiamo fare di tutto per scongiurare”.