Torna a
far discutere, a Montegranaro, l’installazione da parte del Comune di un gruppo
di antenne sulla cuspide della torre dell’Annunziata, manufatto antico,
databile intorno all’anno 1000, simbolo della città e recentemente restaurato e
reso fruibile ai turisti. La comparsa delle antenne era stata segnalata dalla
pagina Facebook de L’Ape Ronza il 19 aprile scorso. Il 24 aprile il Comune
finalmente dava un qualche tipo di spiegazione, adducendo a motivo del
posizionamento delle apparecchiature la necessità di aumentare la connettività
dei dipendenti rimasti a casa in smartworking, motivazione, invero, un po’
raffazzonata, né suffragata da alcun atto pubblico di cui, al momento, non c’è
traccia.
A soffiare
sul fuoco è stato Mauro Lucentini che, nel secondo video di “pillole” per consigliare
l’Amministrazione Comunale, criticava la decisione di usare la torre come
supporto per le antenne e ne auspicava una rapida rimozione. A rincarare la
dose arrivava ieri il consigliere ed ex Sindaco di Montegranaro, Gastone
Gismondi il quale, sul suo profilo Facebook, si spingeva oltre e chiedeva come
mai l’associazione Città Vecchia non si fosse ancora espressa, pur essendo
stata la principale finanziatrice dell’ultimo restauro della torre. Gismondi si
chiedeva anche che fine avesse fatto il piano antenne, tanto sbandierato ma mai
attuato. Ma, soprattutto, andava diretto all’attacco del Capogruppo di
maggioranza, Andrea Franceschetti, detentore anche delle deleghe per il centro
storico ed ex Presidente dell’associazione Città Vecchia.
Città
Vecchia, dal canto suo, finalmente prendeva atto della situazione e pubblicava
una nota piuttosto blanda con la quale si avallava quanto già comunicato dal
Comune, muovendo finalmente qualche preoccupazione per la salute dei residenti
del centro storico circa le eventuali emissioni. Mi sarei aspettato una presa
di posizione più critica. Anche Arkeo, associazione che si occupa di beni
culturali e della loro tutela, pubblicava una nota in cui la decisione dell’installazione
sulla torre veniva criticata, auspicando una rapida rimozione delle antenne e
che in futuro ci sia maggior sensibilità e buon senso. Manca ancora la voce
dell’Archeoclub che, tra l’altro, esprime anche l’assessore alla cultura, anch’ella,
al momento, silente.
Luca Craia