Ed eccoli qua, i
nostri amici cinesi a cui tanto siamo grati per gli aiuti ricevuti (ma anche
per aver nascosto un virus che, nel frattempo, si è propagato in tutto il mondo
facendo più danni di una guerra mondiale): arrivano i controlli in una fabbrica
di scarpe di Monte San Giusto, fabbrica che dovrebbe stare chiusa come tutte le
fabbriche italiane e che, invece, lavora a pieno ritmo. Titolare di nazionalità
cinese, operai cinesi, non c’è una cosa in regola: antinfortunistica, operai a
nero e, comunque, il fatto che se ne infischiano delle leggi e lavorano,
lavorano, lavorano facendo una concorrenza più che sleale alle aziende italiane
che cercano di seguire le regole.
C’è voluto il
covid10 per andare a stanare i Cinesi, ma questa è quasi la regola; con le
dovute eccezioni, ma sappiamo bene come funziona: tasse non pagate, lavoro nero,
prezzi competitivi e Italiani che chiudono i battenti. Hanno massacrato la
nostra economia, distrutto interi distretti manufatturieri come le cavallette
un campo di frumento. Il tutto senza colpo ferire da parte dello Stato, che ha
sempre chiuso un occhio, spesso tutti e due. E il fenomeno non si arresta neanche
in questo momento terribile. Ecco, ringraziamo i Cinesi.
P.S.: se volete
darmi del razzista, fate pure. Chi nega la realtà è ben peggio che razzista.
Luca
Craia