giovedì 16 aprile 2020

Le piccole aziende manifatturiere destinate a scomparire senza aiuti. Come fanno ad adeguarsi alle norme igieniche senza soldi?


Bene, ripartiamo. Forse. Magari. Se Dio vuole, dopo il 1 maggio, le aziende potranno ripartire. Ma a determinate condizioni, giustamente, perché la salute dei lavoratori e delle loro famiglie, comunque, va tutelata. Quindi norme igieniche precise per i luoghi di lavoro, indispensabili per la salvaguardia degli operai. Non ci piove, sfido chiunque a non essere d’accordo.
Il punto, però, è un altro: come fanno le piccole aziende ad adeguarsi? Perché, vedete, adeguarsi costa, ci vogliono soldi, e la gran parte delle PMI, in questo momento, soldi non ne ha. Il lavoro è fermo da oltre un mese, quindi non si è prodotto, non sono stati recepiti ordini, non si è fatturato. Non solo: i clienti, chiusi anche loro, non hanno rispettato le scadenze di fine mese, quindi non c’è liquidità. Dove prendono i soldi, questi piccoli imprenditori, per adeguare la loro azienda alle normative anti-covid?
Secondo il Governo, li prendono in banca. Ma la banca non li regala mica. CI si deve indebitare, sempre che le banche concedano credito. In questo modo, credo che ci sarà una moria di piccole aziende e un enorme danno all’economia italiana, che proprio sulle piccole aziende si basa. Servono aiuti concreti da parte dello Stato, non solo norme da rispettare. Ma chi glielo fa capire a questa gente come funziona il mondo del lavoro?


Luca Craia