Ha scaldato gli
animi, a Montegranaro, la decisione del Comune di distribuire alle famiglie
circa 8.000 mascherine (al momento 7.000, altre 1.000 dovrebbero arrivare), perché
il numero è al di sotto di quello della popolazione e questo, quanto meno,
suscita qualche perplessità sull’utilità dell’iniziativa, perplessità che avevo
espresso io stesso qualche giorno fa in un precedente post sul blog (leggilo). C’è un vivace
dibattito in corso su Facebook, sia sulla pagina ufficiale del Comune che nel
gruppo Montegranaro Social, dibattito a cui non si sono sottratti né alcuni
amministratori né il gestore della pagina stessa, di cui ignoriamo l’identità.
Ma, se l’aiuto
delle mascherine può sembrare insufficiente se non superfluo, ci sono altri
aiuti che sarebbero opportuni e del quali ancora non vi è traccia. Il Comune
può poco, per sostenere l’economia, ma quel poco dovrebbe cercare di farlo. Per
esempio, le attività commerciali che sono state costrette al lock down e che
per un lungo periodo, ormai superiore a 1/12 dell’anno solare, rimangono
improduttive e, quindi, non creano alcun reddito, stanno comunque continuando a
sostenere le spese fisse, come le utenze, gli affitti, le tasse.
Sulle tasse, il
Comune potrebbe qualcosa. Potrebbe, sempre per esempio, istituire un anno
bianco per la TARSU, la tassa sui rifiuti urbani, in genere piuttosto gravosa.
Annullarla per un anno sarebbe un aiuto importante per i piccoli imprenditori,
un incentivo a tenere duro, un aiuto nelle potenzialità del Comune che potrebbe
essere inserito direttamente nel prossimo bilancio. Così come si potrebbe
integrare il misero aiuto statale, trovando delle soluzioni tra le maglie del
bilancio. Pare che l’assessore competente abbia fatto qualche timida proposta
in tal senso, ma il tempo passa, le attività stanno chiuse e i soldi non si
stampano in casa. In casa possiamo farci le mascherine da soli. I soldi, no.
Luca
Craia