mercoledì 15 aprile 2020

La mascherina della discordia. Ma gli aiuti concreti dove sono?


Ha scaldato gli animi, a Montegranaro, la decisione del Comune di distribuire alle famiglie circa 8.000 mascherine (al momento 7.000, altre 1.000 dovrebbero arrivare), perché il numero è al di sotto di quello della popolazione e questo, quanto meno, suscita qualche perplessità sull’utilità dell’iniziativa, perplessità che avevo espresso io stesso qualche giorno fa in un precedente post sul blog (leggilo). C’è un vivace dibattito in corso su Facebook, sia sulla pagina ufficiale del Comune che nel gruppo Montegranaro Social, dibattito a cui non si sono sottratti né alcuni amministratori né il gestore della pagina stessa, di cui ignoriamo l’identità.
Ma, se l’aiuto delle mascherine può sembrare insufficiente se non superfluo, ci sono altri aiuti che sarebbero opportuni e del quali ancora non vi è traccia. Il Comune può poco, per sostenere l’economia, ma quel poco dovrebbe cercare di farlo. Per esempio, le attività commerciali che sono state costrette al lock down e che per un lungo periodo, ormai superiore a 1/12 dell’anno solare, rimangono improduttive e, quindi, non creano alcun reddito, stanno comunque continuando a sostenere le spese fisse, come le utenze, gli affitti, le tasse.
Sulle tasse, il Comune potrebbe qualcosa. Potrebbe, sempre per esempio, istituire un anno bianco per la TARSU, la tassa sui rifiuti urbani, in genere piuttosto gravosa. Annullarla per un anno sarebbe un aiuto importante per i piccoli imprenditori, un incentivo a tenere duro, un aiuto nelle potenzialità del Comune che potrebbe essere inserito direttamente nel prossimo bilancio. Così come si potrebbe integrare il misero aiuto statale, trovando delle soluzioni tra le maglie del bilancio. Pare che l’assessore competente abbia fatto qualche timida proposta in tal senso, ma il tempo passa, le attività stanno chiuse e i soldi non si stampano in casa. In casa possiamo farci le mascherine da soli. I soldi, no.

Luca Craia