Il Fondo Monetario
Internazionale ha definito la situazione economica mondiale in atto “la
peggiore recessione dalla grande depressione del 1930”. Le stime su base annua
per il 2020 sono catastrofiche: il PIL mondiale calerà del 3%, ossia 6,3 punti
percentuali in meno del 2019. 9000 miliardi di dollari di perdite, con una
recessione che investe sia le economie storiche che quelle nuove e in
espansione. E queste sono stime, prendendo per assunto un graduale rientro alla
normalità a partire dal secondo semestre dell’anno. In caso contrario, la
situazione peggiorerebbe e non di poco.
Per quanto
riguarda l’Italia le cose vanno peggio, con una contrazione del PIL stimata del
9,1% e una disoccupazione che sale dal 10% al 12,7%. Sono numeri spaventosi,
che si contrastano solo con investimenti e sostegno diretto alle imprese e al
consumo. Cosa che, in Italia, non sta accadendo. I soldi stanziati col primo
decreto “cura Italia” ancora non si sono visti, ma sono comunque gravemente
insufficienti e non sostengono le imprese. L’Italia ha urgente bisogno di un
cospicuo appoggio economico da parte dell’Europa che, al momento, tergiversa,
rimanda e, comunque, sembra puntare esclusivamente all’utilizzo del MES come
unica soluzione. E l’atteggiamento del governo, che abbaglia da lontano come un
cane da pagliaio, non tranquillizza di certo.
Luca
Craia