martedì 28 aprile 2020

Calmierare il prezzo delle mascherine comporta il rischio che diventino introvabili

Quando, anziché fare l'interesse comune, si fa propaganda, si rischia anche di dire corbellerie. Di corbellerie, in questo periodo, se ne ascoltano tante ma, quando a dirle è  colui che decide per la vita stessa di ognuno di noi, assumendo su di sé anche poteri che non gli competono, allora la faccenda si fa preoccupante.
Mantenere i prezzi delle mascherine, oggi diventate un bene primario, bassi e accessibili a tutti è un dovere di chi governa. Per farlo sarebbe già stato molto eliminare l'IVA, di cui il prezzo è gravato. Si poteva provvedere immediatamente, già due mesi fa, nel momento in cui il virus stava dilagando. Ma, evidentemente, non è stato ritenuto importante.
Invece è stato ritenuto importante sparare un prezzo a caso e in diretta nazionale, tanto per dire qualcosa di utile propagandisticamente. Il prezzo calmierato di €0,50 a mascherina, indicato dal Presidente Conte nell'ultima puntata della serie dei suoi interventi televisivi, è una fregnaccia. Sarebbe bastato informarsi prima di parlare e avrebbe evitato di dire una castroneria. È una castroneria, però, che equivale a un impegno e ora voglio proprio vedere come questo impegno verrà portato avanti.
Una mascherina chirurgica, all'ingrosso, oggi costa almeno €1. È un prezzo assurdo, fuori mercato, ma chi le ha comprate e le sta vendendo attualmente a prezzi intorno ai €2 non ha rubato nulla, non sta rubando nulla, sta solo facendo il suo lavoro ricavando il giusto guadagno. Se calmierare il prezzo, per il Governo, significa soltanto imporre il prezzo di vendita e non verificare e controllare la filiera partendo dalle materie prime, il rischio è che le mascherine non le venderà più nessuno. Diventeranno introvabili. Se, invece, imporranno un calmiere che parta dalla fonte, voglio proprio vedere come faranno.

Luca Craia