martedì 3 marzo 2020

Marche: numeri crescono, si torna a parlare di chiusure globali. Quindi si è fatto un grave errore. Si improvvisa e si genera panico.


Aveva ragione Luca Ceriscioli, a volere tener chiuse le scuole in tutte le Marche. I dati che leggiamo quotidianamente ci mostrano una diffusione della malattia e una situazione che si va aggravando piuttosto velocemente, con oltre 60 contagiati e 2 decessi. Che le misure restrittive applicate solo nel Pesarese fossero insufficienti lo pensavamo un po’ tutti, ma ora abbiamo le prove.
E sono prove che dovrà valutare il Governo, e dovrà farlo in fretta. Si parla con insistenza di una modifica al decreto che chiuda le scuole di tutta la Regione ed equipari le Marche alle altre zone dove il contagio ha maggiormente colpito. Quindi c’è stata una valutazione errata da parte del Presidente del Consiglio, partendo proprio dalla famosa telefonata a Ceriscioli in piena conferenza stampa, telefonata che, ricorderete, fece tornare il Governatore sui propri passi annullando la prima ordinanza di chiusura, salvo poi emetterne un’altra il giorno dopo.
Errore di valutazione e pastrocchio politico: Conte si è voluto accentrare i poteri decisionali e ha sbagliato, assumendosi la piena responsabilità. Inoltre, ha dimostrato una sorta di ottusità rabbiosa nei confronti delle Marche, accogliendo solo la richiesta di Ceriscioli inerente alla provincia di Pesaro Urbino.  Richiesta, invero, insufficiente e inopportuna: il Presidente della Regione Marche avrebbe dovuto essere più combattivo. Ma tant’è.
I danni sono gravi, e non riguardano solo la diffusione del contagio che poteva essere contenuta maggiormente con le misure chieste dalla Regione, ma anche la credibilità dello Stato che sta dando la nettissima impressione di procedere per tentativi. Mancano decisioni precise, manca un quadro esaustivo, manca un disegno di come muoversi e manca una informazione puntuale su come i cittadini debbano regolarsi. Tutto questo genera caos, incertezza, panico.

Luca Craia