Sono giorni che l’Alto
Nera marchigiano è senza quotidiani, anzi, in realtà è da subito dopo il
terremoto che la stampa arriva a singhiozzo, e ora non arriva proprio. Lo
denuncia Giuseppe Fraticelli, il Commissario Straordinario di Ussita, ormai in
pianta stabile nel piccolo comune montano dopo il terremoto. Il Commissario si
è informato presso l’Adriatica Press, l’agenzia che gestisce la distribuzione della
carta stampata nelle Marche e in Abruzzo, e la risposta è stata che il mercato
editoriale sta affrontando una forte crisi e che l’azienda sta subendo forti
perdite per garantire il servizio e non può più affrontarle. E le previsioni
non sono rosee nemmeno per altri centri dell’entroterra, come Caldarola,
Belforte del Chienti, Muccia, Fiastra, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Serrapetrona
e Valfornace che probabilmente presto seguiranno la sorte dei paesi dell’Alto
Nera e rimarranno senza giornali.
Crisi
dell’editoria a parte, se non ci fosse stato il terremoto questo,
probabilmente, non sarebbe accaduto o, quantomeno, sarebbe accaduto con tempi
diversi. Il problema, evidentemente, è che lo spopolamento conseguente al sisma
non rende più interessanti da un punto di vista economico queste aree delle
Marche. Il punto è che, come l’agenzia di distribuzione della stampa ha gettato
la spugna, è pensabile che altri servizi, magari ancor più essenziali, seguano
la stessa strada e lascino i pochi abitanti rimasti abbandonati a se stessi.
Non è un rischio così remoto e, tutto sommato, era prevedibile, nel momento
stesso in cui ci si è resi conto che era in atto un procedimento, che
sospettiamo da tempo sia voluto e studiato più o meno scientificamente, volto
alla desertificazione. Il procedimento sta funzionando benissimo, unica cosa
che funziona nel pastrocchiaccio del terremoto.
Luca
Craia