Le scuole nelle
Marche resteranno chiuse da domani fino al 4 marzo, come aveva già stabilito
ieri il Presidente della Regione, Luca Ceriscioli. Il Premier Conte aveva
sancito, nella conferenza stampa di oggi, scaturita dalla riunione in
videoconferenza con i Presidenti delle Regioni, che le scuole delle regioni che
non hanno registrato casi di contagio non avessero motivo per essere chiuse,
lasciando capire molto chiaramente che la decisione era unanime o che, quanto
meno, c’era stato una sorta di colpo di mano da parte del Governo esautorando
le regioni dalle loro prerogative in fatto di sanità e scuola. Invece stasera
la Regione Marche ha emesso una nuova ordinanza, datata 25 febbraio, con la
quale si stabilisce la chiusura delle scuole.
È un conflitto vero
e proprio, quello che si apre in questo modo tra il Governatore marchigiano e
il Governo, conflitto, tra l’altro, già in essere con altre regioni. Ma fa
impressione la titubanza e la scarsa chiarezza con la quale si affronta un
argomento per il quale è necessario essere cristallini, soprattutto in funzione
dell’impatto che certe decisioni hanno sui cittadini che, in questo momento,
non possono certo dire di essere tranquilli circa la chiarezza delle idee di
chi governa.
Quindi scuole
chiuse da domani, nonché sospensione di ogni manifestazione pubblica (s’è
salvato il carnevale), chiusura dei musei, delle biblioteche e dei luoghi
pubblici di cultura, sospensione dei concorsi pubblici eccetto quelli sanitari.
Tutti coloro che, negli ultimi 14 giorni, sono entrati nelle Marche provenienti
dalle aree soggette a provvedimenti restrittivi o dalla Cina, dovranno
comunicarlo al Dipartimento di Prevenzione della Asur di competenza.
Tutto chiaro? Non
direi. C’è da scommettere che, nei prossimi giorni, ne vedremo delle belle.
Domani, comunque, i ragazzi restano a casa.
Luca
Craia