martedì 25 febbraio 2020

Conte attacca le Regioni. E cerca di accentrare il potere. In gioco l’autonomia. Oggi ci saranno scintille al vertice con le Regioni.


Dopo l’atto imperioso compiuto ieri sul Presidente della Regione Marche, di fatto costringendolo a ritirare un atto politico legittimo e fondato, oggi il Presidente del Consiglio Conte si scaglia contro la Regione Lombardia con accuse pesantissime sulla gestione della crisi coronavirus, scaricando di fatto la responsabilità di quanto sta accadendo sulla sanità lombarda. È dura, e ci mancherebbe altro, la risposta di Presidente e Assessore competente, che rilanciano le accuse sulla Protezione Civile e sullo stesso Conte, evidenziando in questo modo una profonda spaccatura tra il Governo e le autonomie locali.
È preoccupante che questo avvenga proprio nel momento in cui serve la massima collaborazione tra le parti dello Stato e del Paese. Conte dice una cosa giusta, quanto auspica unitarietà nelle decisioni, ma non può pensare di accentrare su di sé il potere decisionale, esautorando i governi locali come ha fatto ieri con le Marche. Non si capisce se il Premier stia perdendo la calma perché sotto pressione o se, invece, stia tentando di accentrare il potere su di sé con una sorta di colpo di mano che avrebbe ben poco a che fare con la democrazia. Ed è curioso che ci scandalizzò, poco tempo fa, soltanto per una frase infelice pronunciata da Salvini circa l’accentramento dei poteri, mentre ora questo accentramento si sta cercando di realizzarlo nei fatti.
Conte si troverà di fronte, oggi, le Regioni italiane, poche delle quali governate dalla sua parte politica. È facile pensare che non siano tutti docili come lo è stato Ceriscioli, per cui si può immaginare che, al vertice di oggi, ci saranno scintille. E questo non fa bene a un Paese in cui serve la massima collaborazione tra le istituzioni. Collaborazione, però, non prevaricazioni e colpi di mano.

Luca Craia