Dopo l’atto imperioso
compiuto ieri sul Presidente della Regione Marche, di fatto costringendolo a
ritirare un atto politico legittimo e fondato, oggi il Presidente del Consiglio
Conte si scaglia contro la Regione Lombardia con accuse pesantissime sulla
gestione della crisi coronavirus, scaricando di fatto la responsabilità di
quanto sta accadendo sulla sanità lombarda. È dura, e ci mancherebbe altro, la
risposta di Presidente e Assessore competente, che rilanciano le accuse sulla
Protezione Civile e sullo stesso Conte, evidenziando in questo modo una
profonda spaccatura tra il Governo e le autonomie locali.
È preoccupante che
questo avvenga proprio nel momento in cui serve la massima collaborazione tra
le parti dello Stato e del Paese. Conte dice una cosa giusta, quanto auspica
unitarietà nelle decisioni, ma non può pensare di accentrare su di sé il potere
decisionale, esautorando i governi locali come ha fatto ieri con le Marche. Non
si capisce se il Premier stia perdendo la calma perché sotto pressione o se, invece,
stia tentando di accentrare il potere su di sé con una sorta di colpo di mano
che avrebbe ben poco a che fare con la democrazia. Ed è curioso che ci
scandalizzò, poco tempo fa, soltanto per una frase infelice pronunciata da
Salvini circa l’accentramento dei poteri, mentre ora questo accentramento si
sta cercando di realizzarlo nei fatti.
Conte si troverà
di fronte, oggi, le Regioni italiane, poche delle quali governate dalla sua
parte politica. È facile pensare che non siano tutti docili come lo è stato
Ceriscioli, per cui si può immaginare che, al vertice di oggi, ci saranno
scintille. E questo non fa bene a un Paese in cui serve la massima
collaborazione tra le istituzioni. Collaborazione, però, non prevaricazioni e
colpi di mano.
Luca
Craia