Si badi bene: non
voglio accusare nessuno, e lo dico fin dall’inizio a scanso di equivoci. Però,
leggendo i tanti commenti sui social di genitori in preda al panico perché le
scuole sono chiuse e non sanno dove lasciare i figli mi lascia sbigottito. Non perché
non capisca il problema, ma perché il problema, in una società moderna e
funzionante, non dovrebbe esistere. In sostanza, i genitori non si preoccupano
della salute dei figli e di salvaguardarla il più possibile, perché il problema
principale è che la scuola viene meno alla sua funzione primaria, che non è più
quella educativa e di formazione, ma di parcheggio per un’infanzia sempre più
abbandonata a se stessa.
Genitori che,
giustamente, devono lavorare e portare a casa la pagnotta, genitori che non
hanno alcun tipo di aiuto per crescere i figli: non ci sono strutture extra
scolastiche, non c’è alcuna forma di organizzazione sociale che aiuti le
famiglie, sempre più sole, a crescere i figli. Una volta questo ruolo era
svolto dalla famiglia, dove i nonni erano parte integrante e avevano funzione
educativa di supporto ai genitori. Oggi le famiglie sono sole, hanno i nonni
lontani o, addirittura, gli stessi nonni ancora devono lavorare per vivere. Ed
ecco che la scuola diventa un parcheggio, l’unico posto dove tenere i figli al
sicuro mentre si lavora.
È un problema che esiste
da tempo ma che si manifesta in maniera fortissima proprio oggi in cui la
preoccupazione principale dovrebbe essere la salute. Invece pare che il cruccio
più grande sia dove lasciare i figli. Mi pare un segnale allarmante di come
questa nostra società, questa civiltà moderna stia tagliando fuori dai suoi modelli
quello della famiglia come lo conosciamo, e non è l’unico segnale.
Luca
Craia