Montegranaro
è un paese nobile, un paese che ha segnato la storia nell’industria, come
capitale della calzatura per un lunghissimo periodo, nella politica, con il
vicepresidente dell’Assemblea Costituente Giovanni Conti, dello sport. È uno
dei paesi più importanti delle Marche e del Fermano. Eppure continua ad arrotolarsi
su se stesso, in una lenta e apparentemente inesorabile involuzione che lo sta
vedendo spegnersi, economicamente e socialmente. La crisi economica ha
massacrato quella che era una ricchezza assoluta, la calzatura, rischiando di vedere
buttata via tutta una conoscenza e una capacità creativa e imprenditoriale che
ha fatto scuola in Italia e nel mondo. E
la crisi economica si sta trasformando in crisi sociale, con un paese che
regredisce a vista d’occhio e degrada sotto ogni punto di vista.
In una
fase così delicata, che potrebbe portare Montegranaro, se non a scomparire, a
ridimensionarsi per diventare qualcosa si molto diverso dalla piccola città
creativa e propulsiva che conosciamo, la risposta della politica è stata finora
blanda, insufficiente, inadeguata. Non si sono visti provvedimenti per arginare
la crisi, per sostenere l’imprenditorialità, per aiutare le famiglie sempre più
in difficoltà e per fermare l’involuzione demografica. Al contrario, sembra che
non esista alcun progetto, che si amministri giorno per giorno investendo anche
capitali ingenti in iniziative improvvisate, senza una visione d’insieme, senza
un’idea del futuro e di cosa si vuole realmente fare.
Credo
che Montegranaro meriti molto di più e sono convinto che abbia in sé la forza e
la capacità di reagire e trovare una nuova via per il futuro. Ma è necessario
che i Montegranaresi di buonsenso escano dal loro isolamento, un isolamento
conseguente a una politica escludente, minacciosa, che ha relegato le forze
vive e le menti migliori ai margini della vita sociale, nella smania di
eliminare ogni critica, ogni opposizione, ogni reazione. È ora, prima che sia
tardi, che i Montegranaresi di buonsenso, quelli che amano davvero questo
paese, tornino a occuparsene e se lo riprendano.
Per
questo motivo lancio un appello a chi, come me, ama davvero Montegranaro senza
secondi fini, a chi crede che si possa fare politica solo per il bene comune, a
chi ha la potenzialità per studiare e realizzare un progetto concreto che porti
il paese fuori dal pantano in cui è finito a causa di gente che non ha lavorato
per il suo bene ma per altri scopi. Uniamoci, creiamo un gruppo di persone
pronte a prendersi in mano Montegranaro, un movimento che faccia politica nel
senso nobile del termine, che non abbia cura dei propri interessi ma soltanto
di quelli della comunità, che abbia una visione costruttiva e che sia in grado
di rimettere insieme i pezzi di una società frantumata coscientemente per
poterla dominare meglio.
Oggi,
con i social, è facile riunirsi, anche se solo virtualmente, e confrontarsi, ma
occorre anche uscire di casa e cominciare a lavorare per il nostro futuro.
Questo appello è diretto a tutti, senza limiti di bandiere politiche, di
convinzioni, di credo; ai professionisti, agli operai, a chi ha esperienza
politica e a chi non l’ha mai fatto ma vorrebbe fare la sua parte. È un appello
alla buona volontà e agli uomini che la posseggono: uniamoci e mettiamoci a
lavorare per il nostro avvenire, prima che sia troppo tardi.
Luca Craia