mercoledì 12 febbraio 2020

Inverno caldissimo. +3°C sulla media stagionale. Ma se parli di cambiamenti climatici sei di sinistra.


Per parlare di cambiamenti climatici bisogna prima cantare Bellacciao, altrimenti non si è credibili. E allora ecco qua che il problema del surriscaldamento del clima tocca solo una parte degli Italiani mentre gli altri sudano ma fanno finta di niente. È la solita storia, in questo strano Paese, ogni cosa ha la sua etichetta: i morti sono un po’ di destra e un po’ di sinistra, i festival della canzone sono di sinistra, il prosciutto cotto è di destra e la mortadella è di sinistra. Ed è di sinistra la preoccupazione per il clima che, invece, dovrebbe accomunarci tutti, perché se arrostiamo, arrostiamo tutti insieme.
I dati parlano di 3°C in più rispetto alla media nazionale, e non è poca cosa, anche perché vengono da un periodo un cui la media tendenzialmente si è alzata quasi ogni anno. Se poi vediamo quanto accade in Antartide, c’è da grattarsi la testa, visto che la temperatura, quest’anno, è arrivata a +18,3 gradi. Arrostiremo? O congeleremo per una nuova glaciazione? Probabilmente tutte e due le cose, perché la glaciazione è solitamente preceduta da un surriscaldamento che porta all’evaporazione delle acque, le cui nubi schermano il sole e fanno raffreddare la crosta terrestre. Ma tutto questo, forse, non ci riguarderà più. Però l’importante e fare il muro contro muro tra destra e sinistra. Vediamo chi vince.

Luca Craia