Per parlare
di cambiamenti climatici bisogna prima cantare Bellacciao, altrimenti non si è
credibili. E allora ecco qua che il problema del surriscaldamento del clima
tocca solo una parte degli Italiani mentre gli altri sudano ma fanno finta di
niente. È la solita storia, in questo strano Paese, ogni cosa ha la sua
etichetta: i morti sono un po’ di destra e un po’ di sinistra, i festival della
canzone sono di sinistra, il prosciutto cotto è di destra e la mortadella è di
sinistra. Ed è di sinistra la preoccupazione per il clima che, invece, dovrebbe
accomunarci tutti, perché se arrostiamo, arrostiamo tutti insieme.
I dati
parlano di 3°C in più rispetto alla media nazionale, e non è poca cosa, anche perché
vengono da un periodo un cui la media tendenzialmente si è alzata quasi ogni
anno. Se poi vediamo quanto accade in Antartide, c’è da grattarsi la testa,
visto che la temperatura, quest’anno, è arrivata a +18,3 gradi. Arrostiremo? O congeleremo
per una nuova glaciazione? Probabilmente tutte e due le cose, perché la
glaciazione è solitamente preceduta da un surriscaldamento che porta all’evaporazione
delle acque, le cui nubi schermano il sole e fanno raffreddare la crosta
terrestre. Ma tutto questo, forse, non ci riguarderà più. Però l’importante e
fare il muro contro muro tra destra e sinistra. Vediamo chi vince.
Luca Craia