Il processo
a Salvini sul caso Gregoretti è, per citare Fantozzi, sempre più guru della
politica moderna, una cagata pazzesca. Lo hanno capito pure a sinistra, dopo anni
in cui hanno adoperato la magistratura o, almeno, quella frangia di
magistratura politicizzata che, per fortuna, non la rappresenta tutta, come
arma politica per annientare, o cercare di annientare l’avversario. Lo hanno
fatto con Berlusconi, probabilmente lo hanno fatto, facendosi sfuggire di mano
tutta la faccenda, con la prima repubblica, lo fanno quotidianamente anche a
livelli molto più piccoli e io stesso ne so qualcosa.
Ma stavolta
si tratta di un autogol clamoroso, perché il bluff è stato scoperto, perché la
gente ha mangiato la foglia e, in buona parte, non ci casca più. Lo ha capito
bene Salvini, che non solo ha accettato di buon grado l’idea di farsi
processare ma la sta utilizzando a suo favore. Mi pare che i numeri, quelli che
danno la Lega in crescita e l’hanno fatto diventare il primo partito italiano
nonostante le sparate di Salvini che paiono fatte apposta per spaventare l’elettorato
moderato, parlino molto chiaro, e dicono che la politica sull’immigrazione della
Lega stia interpretando perfettamente il sentimento dell’Italiano medio che si
sente, direi anche a ragione, minacciato dalle porte spalancate volute dalla
sinistra e dall’Europa.
Non sempre il
Popolo ha ragione, mi si dirà, ma in questo caso mi pare ne abbia da vendere,
anche se certamente non è l’immigrazione il problema più grande che abbiamo. Ma
è un problema grande, e non porselo è pericoloso, come è pericoloso non
risolverlo. Deve averlo capito anche il vertice del Pd, che non spinge più per
l’accoglienza a ogni costo e che, a un certo punto, deve essersi reso conto dell’immane
stupidaggine fatta mandando a processo Salvini. Ha cercato di rimediare, ma
ormai è fatta. E Salvini va allegramente dal giudice a farsi giudicare, mentre
a sinistra si mangiano le unghie e il Movimento 5 Stelle dimostra a quei pochi
elettori rimasti quanto sia mal riposto il loro voto. (Foto ANSA)
Luca Craia