Esattamente 5 anni
fa presentavamo al pubblico il libro che riporta i risultati della prima fase
delle esplorazioni e della mappatura degli ipogei montegranaresi, le cosiddette
“grotte”. L’esplorazione era iniziata tre anni prima ed è stata realizzata in
sinergia tra le tre associazioni Arkeo, capofila del progetto, CAI col suo
Gruppo Speleologico e Il Labirinto. Si è trattato di un lavoro meticoloso e, a volte,
pericoloso durato tre anni e condotto scientificamente, durante il quale gli ipogei
venivano esplorati, misurati, mappati e fotografati. Nel libro ci sono i
risultati, un resoconto fotografico e le mappe, il tutto a cura di Massimo
Spagnoli, coordinatore del Gruppo Speleologico del CAI di Fermo, nonché la
parte storica curata da me e la parte scientifica seguita da Dino Gazzani. Chi volesse visionare il volume, è disponibile
presso la Biblioteca Comunale.
Il lavoro di
mappatura non è comunque completo, diciamo che siamo circa a metà. Il
cronoprogramma prevedeva due fasi, ed è stata completata solo la prima. La
seconda è rimasta sospesa a causa del terremoto che ha reso inagibili diversi
stabili che insistono sulle grotte e pericolosi alcuni degli stessi ipogei. Ma
l’idea è ancora in piedi, tanto che, con Simone Perticarini, stiamo pensando di
riprendere presto le esplorazioni preliminari, propedeutiche a quelle ufficiali
nelle quali si raccolgono i dati. Tutto questo dovrebbe servire per completare
l’opera e avere il quadro definitivo del sottosuolo montegranarese.
Un sottosuolo
ricchissimo di sorprese e tesori. Nella prima fase abbiamo ricostruito
frammenti interessanti della storia cittadina, riuscendo a formulare anche
ipotesi storiche molto interessanti e da sviluppare, per esempio sull’evoluzione
delle cinte murarie nelle varie epoche. Abbiamo ritrovato pozzi decorati,
frammenti di fortilizi, addirittura abbiamo riscoperto una porzione dell’antica
chiesa del SS. Salvatore che si credeva completamente perduta. Ci sono cose
preziosissime, sottoterra, da un punto di vista storico, ed è importante per
noi riportarle alla luce per avere sempre più elementi che ci consentano lo
studio e la conoscenza della storia del nostro paese.
Luca
Craia