mercoledì 19 febbraio 2020

Cinque anni fa il libro sugli ipogei di Montegranaro. Abbiamo ancora molto da fare.


Esattamente 5 anni fa presentavamo al pubblico il libro che riporta i risultati della prima fase delle esplorazioni e della mappatura degli ipogei montegranaresi, le cosiddette “grotte”. L’esplorazione era iniziata tre anni prima ed è stata realizzata in sinergia tra le tre associazioni Arkeo, capofila del progetto, CAI col suo Gruppo Speleologico e Il Labirinto. Si è trattato di un lavoro meticoloso e, a volte, pericoloso durato tre anni e condotto scientificamente, durante il quale gli ipogei venivano esplorati, misurati, mappati e fotografati. Nel libro ci sono i risultati, un resoconto fotografico e le mappe, il tutto a cura di Massimo Spagnoli, coordinatore del Gruppo Speleologico del CAI di Fermo, nonché la parte storica curata da me e la parte scientifica seguita da Dino Gazzani.  Chi volesse visionare il volume, è disponibile presso la Biblioteca Comunale.
Il lavoro di mappatura non è comunque completo, diciamo che siamo circa a metà. Il cronoprogramma prevedeva due fasi, ed è stata completata solo la prima. La seconda è rimasta sospesa a causa del terremoto che ha reso inagibili diversi stabili che insistono sulle grotte e pericolosi alcuni degli stessi ipogei. Ma l’idea è ancora in piedi, tanto che, con Simone Perticarini, stiamo pensando di riprendere presto le esplorazioni preliminari, propedeutiche a quelle ufficiali nelle quali si raccolgono i dati. Tutto questo dovrebbe servire per completare l’opera e avere il quadro definitivo del sottosuolo montegranarese.
Un sottosuolo ricchissimo di sorprese e tesori. Nella prima fase abbiamo ricostruito frammenti interessanti della storia cittadina, riuscendo a formulare anche ipotesi storiche molto interessanti e da sviluppare, per esempio sull’evoluzione delle cinte murarie nelle varie epoche. Abbiamo ritrovato pozzi decorati, frammenti di fortilizi, addirittura abbiamo riscoperto una porzione dell’antica chiesa del SS. Salvatore che si credeva completamente perduta. Ci sono cose preziosissime, sottoterra, da un punto di vista storico, ed è importante per noi riportarle alla luce per avere sempre più elementi che ci consentano lo studio e la conoscenza della storia del nostro paese.

Luca Craia