La spina a Conte
Due la staccherà Renzi o se la staccherà da solo Conte Due? Poco importa, fatto
sta che sembra proprio arrivata l’ora per questo strampalato esecutivo che infiniti
addusse danni agli Italiani. La pregiudiziale posta da Renzi sul lodo Conte
Bis, ossia sulla prescrizione che il signor Bonaventura… ops… il ministro
Bonafede vorrebbe abolire aprendo l’era dei processi senza fine, sembra essere
insormontabile e ha aperto una frattura che pare difficile ingessare.
Il punto è, però,
che a Renzi, in realtà, della prescrizione non può fregare di meno. Ossia,
forse gli importa pure, visti i guai giudiziari a cui sembra non essere immune.
Ma non è per il principio o per la convinzione che Renzi sta aprendo la crisi di
governo.
Cerchiamo di
capire il personaggio: Renzi ha lasciato il PD perché voleva intercettare i
voti dell’elettorato moderato. Aveva fatto i suoi conticini, e questi
riportavano un tot di voti che, al momento, non sembra essere in grado di
prendere. Il motivo è semplice: l’elettorato moderato italiano non gradisce
questo governicchio e, se deve scegliere, obtorto collo sceglie la destra
caciarona di Salvini che, nonostante tutto, appare più rassicurante.
Berlusconi, in
questa destra, ha sempre interpretato l’anima centrista, ereditando (cerco di
dirlo senza sembrare blasfemo) il ruolo della Democrazia Cristiana nel
Pentapartito. Ora Berlusconi è al tramonto e, in un partito unipersonale come
Forza Italia, dove vige il culto della personalità dell’imperatore-presidente,
quando decade il capo decade un po’ tutto. Ecco che si sta creando un vuoto al
centro che Renzi vorrebbe colmare. È andata male a sinistra, il nostro
pinocchietto fiorentino è pronto a zompare a destra. Ma per farlo serve la
scusa buona. La prescrizione è la scusa buona, servita su un piatto d’argento.
Adesso vediamo come se la gioca.
Luca
Craia