mercoledì 22 gennaio 2020

Salvini: basta scenette da avanspettacolo. I toni sono troppo aspri, da tutte le parti.


A me, sinceramente, da elettore tendenzialmente di destra, Salvini ha stufato. Non per la proposta politica, sempre che sia ancora quella perché non ne sento più parlare da troppo tempo, ma per l’atteggiamento e la continua ricerca della provocazione, dello scontro. Non si può continuare a fare politica con le scenette da avanspettacolo come quella del citofono, è ora di parlare di progetti, perché quelli posso votare, non gli slogan truculenti o le bravate da bulletto.
Vorrei una politica diversa, prima di tutto più pacata nei toni, più aperta al confronto, più calata nel concreto, nei problemi reali, nella proposta di soluzioni. Oggi c’è solo il muro contro muro, c’è il gridarsi addosso, c’è l’insulto, il vaffa all’avversario che non è più antagonista ma è nemico. Fabio Volo, stamattina, in diretta su Radio Deejay, ha dato un altro bell’esempio di come siamo diventati tutti trogloditi. Dicono che abbia perso la pazienza e che abbia insultato Salvini: ebbene, se fai comunicazione per mestiere, la pazienza la devi mantenere, ti devi controllare. Altrimenti vai a lavorare in fabbrica. Ma Salvini sta cercando proprio quello, che qualcuno perda la pazienza. Il giochetto lo abbiamo capito, ora però basta, ora parliamo di cose serie.
E questo vale per tutti, perché i toni sono più che esasperati, e il clima di odio reciproco che ne deriva sta ammazzando il Paese, ci sta mettendo gli uni contro gli altri con una cattiveria e una violenza mai viste. Se la politica va avanti per provocazioni, in maniera trasversale, si badi bene, Salvini non ha l’esclusiva, l’Italiano medio raccoglie la provocazione e sputa tutto l’odio che ha in corpo contro chi non la pensi come lui. Andate a leggervi i commenti all’articolo de Il Fatto Quotidiano che parla dell’esternazione pro-Lega di Mihajlovich, esternazioni che provengono da quella parte politica che ha voluto la commissione contro l’odio, e inorridite.
Io sono preoccupato, perché non so più a chi credere, a chi dare il voto e, soprattutto, perché tutto questo odio che circola, odio reale, non quello che fa comodo alla politica, comincia a fare davvero paura.

Luca Craia