lunedì 13 gennaio 2020

Piccoli negozi: sempre peggio. Grande distribuzione e online stanno distruggendo il commercio tradizionale.


Non ce la fanno, i piccoli negozi, a reggere contro lo strapotere dei centri commerciali e del commercio, schiacciati da una concorrenza a volte sleale (online non c’è un regime fiscale certo), da adempimenti troppo onerosi per realtà di piccole dimensioni e, soprattutto, da un costume sempre più diffuso che fa prediligere il centro commerciale o, addirittura, la spesa dal divano al negozio tradizionale. Secondo i dati ISTAT relativi al mese di novembre, i piccoli esercizi hanno avuto un’ennesima flessione, stavolta dell’1,4%. Il dato fa più impressione se confrontato con quello della grande distribuzione, che registra un +3,3% e delle vendite online che arrivano a un +4,1%.
Sono dati allarmanti, anche confrontati a quello che vediamo fisicamente. Mi riferiscono che ieri, al Cuore Adriatico, nel pomeriggio, non si riusciva nemmeno a parcheggiare. È quindi, più che altro, una questione di abitudine, di costume: il cliente oggi predilige il mondo artificiale di un centro commerciale a una sana passeggiata in centro, a guardare le vetrine. Così come è più comodo farsi recapitare gli acquisti a casa, senza muoversi. Pigrizia, più che comodità, perché, in realtà, vantaggi ce ne sono pochi. Lo svantaggio, però, è enorme, solo che non ce ne rendiamo conto.
Di questo passo il piccolo commercio sparirà. Spariranno i negozi, le nostre città saranno scure, con tutte le serrande abbassate, le strade deserte e in degrado. Insieme ai negozi sparirà la loro funzione sociale, che è di assistenza, di servizio ma anche di presidio di civiltà. È un quadro piuttosto fosco, che va a unirsi al destino di un comparto di cui vivono milioni di famiglie. Un problema sociale in divenire, a largo spettro, al quale nessuno sembra voler porre rimedio.
S’era parlato, tempo fa, di chiudere i centri commerciali la domenica. Sarebbe un piccolo ma importante aiuto per la sopravvivenza del commercio tradizionale. Ma la questione è stata dimenticata, probabilmente a seguito di qualche sondaggio che attribuisce all’argomento scarso rilievo elettorale. Quindi il destino sembra segnato: rimarranno solo i centri commerciali e, tra qualche anno, se il trend è lo stesso che, per esempio, si è verificato negli USA, spariranno anche gli scatoloni colorati pieni di negozi che hanno sostituito la piazza e il corso. A quel punto ci saranno solo gli acquisti online. Senza servizi, senza persone.

Luca Craia