Non ce la fanno, i
piccoli negozi, a reggere contro lo strapotere dei centri commerciali e del
commercio, schiacciati da una concorrenza a volte sleale (online non c’è un
regime fiscale certo), da adempimenti troppo onerosi per realtà di piccole
dimensioni e, soprattutto, da un costume sempre più diffuso che fa prediligere
il centro commerciale o, addirittura, la spesa dal divano al negozio
tradizionale. Secondo i dati ISTAT relativi al mese di novembre, i piccoli
esercizi hanno avuto un’ennesima flessione, stavolta dell’1,4%. Il dato fa più
impressione se confrontato con quello della grande distribuzione, che registra
un +3,3% e delle vendite online che arrivano a un +4,1%.
Sono dati
allarmanti, anche confrontati a quello che vediamo fisicamente. Mi riferiscono
che ieri, al Cuore Adriatico, nel pomeriggio, non si riusciva nemmeno a
parcheggiare. È quindi, più che altro, una questione di abitudine, di costume:
il cliente oggi predilige il mondo artificiale di un centro commerciale a una sana
passeggiata in centro, a guardare le vetrine. Così come è più comodo farsi
recapitare gli acquisti a casa, senza muoversi. Pigrizia, più che comodità, perché,
in realtà, vantaggi ce ne sono pochi. Lo svantaggio, però, è enorme, solo che
non ce ne rendiamo conto.
Di questo passo il
piccolo commercio sparirà. Spariranno i negozi, le nostre città saranno scure,
con tutte le serrande abbassate, le strade deserte e in degrado. Insieme ai
negozi sparirà la loro funzione sociale, che è di assistenza, di servizio ma
anche di presidio di civiltà. È un quadro piuttosto fosco, che va a unirsi al
destino di un comparto di cui vivono milioni di famiglie. Un problema sociale
in divenire, a largo spettro, al quale nessuno sembra voler porre rimedio.
S’era parlato,
tempo fa, di chiudere i centri commerciali la domenica. Sarebbe un piccolo ma
importante aiuto per la sopravvivenza del commercio tradizionale. Ma la
questione è stata dimenticata, probabilmente a seguito di qualche sondaggio che
attribuisce all’argomento scarso rilievo elettorale. Quindi il destino sembra
segnato: rimarranno solo i centri commerciali e, tra qualche anno, se il trend
è lo stesso che, per esempio, si è verificato negli USA, spariranno anche gli
scatoloni colorati pieni di negozi che hanno sostituito la piazza e il corso. A
quel punto ci saranno solo gli acquisti online. Senza servizi, senza persone.
Luca
Craia