“L'imputato
non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”, così recita l’articolo
27 della Costituzione Italiana. Non di Topolino, non dello Statuto del Circolo
Anziani di Busto Arsizio, nemmeno di quello del PD che, oggi, pare valere più
di ogni cosa. È la Costituzione Italiana, la madre della nostra democrazia e di
tutte le norme che la regolano. Un articolo che stabilisce il principio del
garantismo nel nostro ordinamento, un principio valido per tutti tranne che, a
quanto pare, per Giuliano Pazzaglini.
Giuliano
Pazzaglini è stato Sindaco di Visso, una delle cittadine delle Marche più
duramente colpite dal sisma del 2016, durante la fase emergenziale del
terremoto. Poi è stato eletto Senatore nelle liste della Lega. Evidentemente
questo fa di lui un cittadino italiano che non necessita di processo, perché questo
è già stato celebrato. Pazzaglini è accusato di essersi messo in tasca dei
soldi provenienti da donazioni e destinati a sostenere le attività del piccolo
centro. Ancora non è stato rinviato a giudizio ma già è stato oggetto di
processi sommari, mediatici, a uso e consumo dello spettacolo e delle varie
propagande elettorali perenni. Servizi televisivi, paginate di giornali
dedicate a condannare senza appello il Senatore leghista.
Io
non lo so se Pazzaglini sia colpevole o innocente. Sicuramente non lo sa
nemmeno chi l’ha condannato, perché non può essere in possesso di tutti gli
elementi che andrebbero a comporre il quadro processuale, in caso ci sia un rinvio
a giudizio. Ma, come accadde una trentina di anni fa con Tangentopoli, un’accusa,
un avviso di garanzia e già si è colpevoli. Trent’anni fa la gente si ammazzò
per questo. Pazzaglini sta sopportando stoicamente. Perché sa di essere
colpevole? O forse perché è convinto della propria innocenza. Chi lo sa.
In
ogni caso, in Italia, Stato di diritto, una persona è innocente finchè non
viene dichiarata colpevole da un giudice, e questo per Pazzaglini non è
avvenuto, non ancora almeno. Ed è stupefacente vedere uomini politici, partiti
politiche che hanno la democrazia nel nome, giornalisti che si definiscono
progressisti, e tutto uno stuolo di persone che inneggiano alla Costituzione
quando lo reputano opportuno, mettersela sotto i piedi, quella Costituzione, in
questo caso specifico. Perché un colpevole nelle schiere avversarie fa molto
comodo, specie quando il voto è vicino. E nelle Marche è vicinissimo ma, visto
che il giudizio di colpevolezza nei confronti di Pazzaglini non c’è, se lo
emettono da soli, a proprio uso e consumo, in barba alla Costituzione, ai diritti
dell’Uomo, al garantismo, al Diritto e, soprattutto, al rispetto della persona.
Se Pazzaglini risulterà colpevole da una sentenza definitiva, sarò il primo a
biasimarlo con forza. Per il momento biasimo chi lo ha già condannato.
Luca
Craia