mercoledì 8 gennaio 2020

L'integrazione vera l'abbiamo vista al Presepe Vivente di Montegranaro.


C'è l'integrazione chiacchierata, quella costosamente finanziata con pomposi progetti di "inclusione sociale" che naufragano puntualmente; quella con cui si riempiono la bocca, discutendo seduti su salotti foderati in pelle umana, i facoltosi fautori del "restiamo umani" che non sanno nemmeno quanto è difficile restare decentemente vivi per milioni di loro connazionali; quella buona per giustificare affari inconfessabili, traffici vergognosi; quella più semplicemente ottusa e bigotta di chi, sentendosi buono, non si sente in dovere di sforzarsi in un ragionamento appena più complesso. Poi c'è quella reale, che nasce dal moto spontaneo, dalla necessità di trovare una forma di convivenza tra culture diverse che possa armonizzarsi senza artifici e strumentalizzazioni. Quest'ultima l'abbiamo vista a Montegranaro durante l'ultima edizione del Presepe Vivente.
A Montegranaro la convivenza con gli extracomunitari, quasi tutti magrebini, è difficile. Gli immigrati che erano venuti a lavorare, negli anni '90, in gran numero si sono spostati altrove, lasciando spazio ad altre situazioni di alienazione e criminalità. Ci sono extracomunitari onesti, laboriosi, inseriti, ma non li vedi, non li noti, offuscati dal chiasso che fanno quelli che di integrarsi non hanno la minima intenzione. Al Presepe Vivente li abbiamo visti.
Alcuni Montegranaresi Magrebini hanno allestito una scena, proprio all'ingresso del percorso. Una scena molto bella, curatissima, suggestiva, una delle più belle di tutta la manifestazione, una scena che è stata molto apprezzata. Lo hanno fatto perché lo hanno voluto, perché hanno capito che, per i Montegranaresi, il Presepe Vivente è un momento importante e loro, che si sentono parte di questa comunità, hanno voluto prendervi parte, esserne parte, sentirsi e farsi sentire membri di questo organismo sociale.
Li abbiamo visti, i Magrebini onesti, quelli che vogliono convivere con noi. Ci hanno mostrato la loro cultura e la loro volontà di condividerla con la nostra. È possibile. Sono pochi, forse, ma hanno dimostrato una volontà forte. Va apprezzato. E va auspicato che siano più visibili, che la parte onesta della comunità araba di Montegranaro si mostri, emargini chi si emargina da solo e prenda il sopravvento. Al Presepe Vivente abbiamo visto un segno, piccolo ma importante, un segno che va incoraggiato.

Luca Craia