martedì 28 gennaio 2020

INDENNIZZO DEL DANNO INDIRETTO ANCHE PER LE ATTIVITÀ TERREMOTATE CHE NON HANNO RIAPERTO.

APPROVATA IN CONSIGLIO REGIONALE LA MOZIONE DEL CAPOGRUPPO DI FRATELLI D’ITALIA, ELENA LEONARDI.

Comunicato integrale

Danno indiretto per le attività economiche terremotate: approvata in consiglio regionale la mozione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, per una maggiore equità nella concessione del contributo. È stata approvata nella seduta di questa mattina a Palazzo Raffaello la mozione presentata dal consigliere Elena Leonardi che mirava ad impegnare il governatore Ceriscioli, anche in qualità di vicecommissario alla ricostruzione, a permettere anche a chi non ha riaperto l’attività economica danneggiata a seguito del terremoto di ottenere il contributo del danno indiretto. 
“È paradossale – ha sottolineato il consigliere di Fratelli d’Italia – che la normativa abbia previsto che potevano usufruire dell’indennizzo per i danni indiretti subiti dopo il terremoto solo alle attività economiche che avevano avuto la possibilità di riaprire e di investire i propri risparmi. Sappiamo bene che ci sono decine e decine di attività, soprattutto nelle zone più colpite dal sisma, che non hanno avuto la possibilità di riaprire, per una serie di motivazioni diverse, difficoltà logistiche, ragioni personali o legate alla distruzione della propria comunità. Questi commercianti e professionisti non hanno potuto usufruire dell’indennizzo per la perdita subita. La mia mozione, presentata a settembre 2019, voleva impegnare la giunta nella direzione di eliminare questa grave disparità ed evitare discriminazioni considerando anche la possibilità di calcolare il contributo su parametri più logici e giusti”. 
La mozione del capogruppo Leonardi infatti, approvata oggi, impegna la Regione a permettere anche a chi non ha riaperto l’attività di presentare la domanda per ottenere l'agevolazione, cambiando la modalità di determinazione del contributo; ossia, scollegarne il calcolo dai costi di gestione (anche correnti) sostenuti a seguito del sisma e calcolarlo solo in base alla effettiva riduzione del fatturato, in modo da non creare discriminazioni tra chi ha potuto riaprire dopo il sisma e chi invece non ha riaperto. Si chiedeva anche la riapertura delle domande per permettere una più puntale certificazione dei costi alla luce delle modifiche introdotte dal decreto interministeriale del 6 giugno 2019 che introduce anche le annualità 2019 e 2020 e consente il 100% del rimborso.
La misura del cosiddetto “danno indiretto” intende calcolare i mancati guadagni delle imprese ricadenti sui Comuni ricompresi nel “cratere sismico”, e ne possono beneficiare soltanto quelle imprese che abbiano avuto una riduzione del fatturato annuo in misura non inferiore al 30 per cento rispetto a quello calcolato sulla media del medesimo del triennio precedente, e dovrebbe costituire un indennizzo per chi ha subito delle perdite a causa del sisma.  Il contributo però attualmente è ammesso soltanto nell’eventualità che l’attività abbia sostenuto dei costi a seguito del sisma. In altre parole l’attività economica riceve il rimborso del danno indiretto solo a condizione che a seguito del sisma abbia speso quella somma, per costi correnti di gestione, quindi di fatto solo nel caso in cui abbia potuto riaprire e/o proseguire l’attività o abbia avuto la possibilità, anche economica, di spendere una somma di denaro per la propria attività terremotata.