APPROVATA IN
CONSIGLIO REGIONALE LA MOZIONE DEL CAPOGRUPPO DI FRATELLI D’ITALIA, ELENA
LEONARDI.
Comunicato
integrale
Danno
indiretto per le attività economiche terremotate: approvata in consiglio
regionale la mozione del capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, per
una maggiore equità nella concessione del contributo. È stata approvata nella
seduta di questa mattina a Palazzo Raffaello la mozione presentata dal
consigliere Elena Leonardi che mirava ad impegnare il governatore Ceriscioli,
anche in qualità di vicecommissario alla ricostruzione, a permettere anche a
chi non ha riaperto l’attività economica danneggiata a seguito del terremoto di
ottenere il contributo del danno indiretto.
“È paradossale
– ha sottolineato il consigliere di Fratelli d’Italia – che la normativa abbia
previsto che potevano usufruire dell’indennizzo per i danni indiretti subiti
dopo il terremoto solo alle attività economiche che avevano avuto la
possibilità di riaprire e di investire i propri risparmi. Sappiamo bene che ci
sono decine e decine di attività, soprattutto nelle zone più colpite dal sisma,
che non hanno avuto la possibilità di riaprire, per una serie di motivazioni
diverse, difficoltà logistiche, ragioni personali o legate alla distruzione
della propria comunità. Questi commercianti e professionisti non hanno potuto
usufruire dell’indennizzo per la perdita subita. La mia mozione, presentata a
settembre 2019, voleva impegnare la giunta nella direzione di eliminare questa
grave disparità ed evitare discriminazioni considerando anche la possibilità di
calcolare il contributo su parametri più logici e giusti”.
La mozione del
capogruppo Leonardi infatti, approvata oggi, impegna la Regione a permettere
anche a chi non ha riaperto l’attività di presentare la domanda per ottenere
l'agevolazione, cambiando la modalità di determinazione del contributo; ossia,
scollegarne il calcolo dai costi di gestione (anche correnti) sostenuti a
seguito del sisma e calcolarlo solo in base alla effettiva riduzione del
fatturato, in modo da non creare discriminazioni tra chi ha potuto riaprire
dopo il sisma e chi invece non ha riaperto. Si chiedeva anche la riapertura
delle domande per permettere una più puntale certificazione dei costi alla luce
delle modifiche introdotte dal decreto interministeriale del 6 giugno 2019 che
introduce anche le annualità 2019 e 2020 e consente il 100% del rimborso.
La misura del
cosiddetto “danno indiretto” intende calcolare i mancati guadagni delle imprese
ricadenti sui Comuni ricompresi nel “cratere sismico”, e ne possono beneficiare
soltanto quelle imprese che abbiano avuto una riduzione del fatturato annuo in
misura non inferiore al 30 per cento rispetto a quello calcolato sulla media
del medesimo del triennio precedente, e dovrebbe costituire un indennizzo per
chi ha subito delle perdite a causa del sisma.
Il contributo però attualmente è ammesso soltanto nell’eventualità che
l’attività abbia sostenuto dei costi a seguito del sisma. In altre parole
l’attività economica riceve il rimborso del danno indiretto solo a condizione
che a seguito del sisma abbia speso quella somma, per costi correnti di
gestione, quindi di fatto solo nel caso in cui abbia potuto riaprire e/o
proseguire l’attività o abbia avuto la possibilità, anche economica, di
spendere una somma di denaro per la propria attività terremotata.