mercoledì 15 gennaio 2020

Giù le mani dalla verità.


Ci sono cose che non appartengono alla politica, appartengono a noi, alla gente, alla nostra cultura, al nostro sentire, al nostro pensare che deve essere libero, non condizionato da ideologie, calcoli elettorali o tifoserie di stampo calcistico. Ogni cosa, ogni argomento va inteso nel suo specifico e su questo si ragiona e si colgono le sfumature, che sono tante. Così come certi simboli, che sono patrimonio comune, storia di tutti, emblemi di un Popolo e di una Nazione e non possono essere attribuiti a questa o quella parte, privandone gli altri.
Facciamo l’esempio di Bella Ciao, che è un pezzo di storia. È il canto dei partigiani che hanno contribuito a liberare l’italia. E i partigiani non erano tutti comunisti come ci si vuole far credere. C’erano partigiani cattolici, poi confluiti nella Democrazia Cristiana che nascerà poco dopo, c’erano partigiani laici e liberali, che poi si riferirono al Partito D’Azione. L’uso politico che oggi si fa dell’antico canto della Liberazione è vergognoso. Così come fu inaccettabile l’utilizzo del Coro del Nabucco, il Va Pensiero di Verdi, da parte della Lega come inno di partito, anche l’uso della sinistra che fa sua in modo esclusivo Bella Ciao, arrivando a trasformarla in qualcosa di odioso per chi la pensi diversamente, è un obbrobrio intollerabile.
Ma sono tanti gli esempi, a partire dalla cronaca. Etichettare politicamente una vicenda equivale a sminuirne la portata. Prendiamo il caso Bibbiano. Qui ci sono due strumentalizzazioni, quella di destra, che indica come la questioni riguardi esclusivamente e marcatamente il PD, e quella di sinistra, col PD che si è messo in difesa degli accusati fin dalla prima ora, tra l’altro causando la reazione della destra. Bibbiano è una vicenda mostruosa, che non è di destra e non è di sinistra. È mostruosa e basta, e dovrebbe far inorridire chiunque. E dovrebbe far riflettere su un sistema, quello degli affidi e delle adozioni e, più in generale, sulla tutela dei minori. Ma, con la strumentalizzazione in corso, da ambo le parti, non si discute del problema ma delle sue presunte implicazioni politiche. E il danno è evidente.
Di esempi di questo tipo ce ne sono a pacchi, potrei andare a vanti a scrivere per ore ma mi fermo qui, perché credo che il concetto sia chiaro: non siamo ancora arrivati al pensiero unico, ma stiamo utilizzando due pensieri distinti ma privi di distinguo. Viviamo in un’epoca in cui tutto o è bianco o è nero, senza alcun colore intermedio. Stiamo perdendo un sacco di colori, stiamo tralasciando un sacco di considerazioni, di ragionamenti. E in mezzo a tutto questo, ci perdiamo la verità

Luca Craia