Magari ha ragione
Ediana Mancini, Sindaco di Montegranaro, nel dire che la distruzione di un’ottantina
di stelle che servivano da indicazione per il Presepe Vivente non è dovuta a
motivi religiosi. Il fatto che uno dei due autori fin qui individuati sia un
Marocchino non indica necessariamente la matrice islamica dell’atto, né che le
indagini sugli altri vandali si stiano concentrando su un gruppo di ragazzini,
anch’essi marocchini. Magari è solo un problema di rispetto, di cultura, di mancanza
di gratitudine per un Paese che ti dà da vivere, che ti consente di stare
meglio che se stessi in Marocco, altrimenti non staresti qui.
Magari è solo
questo e, quando dico solo, lo dico in maniera sarcastica perché, religione o
non religione, il fatto è gravissimo. Tralascio il giudizio sull’Italiano
coinvolto, perché sarebbe troppo sprezzante, e mi concentro sul nostro ospite
che si permette di compiere un atto del genere, reputando che, essendo
compiuto, appunto, da un ospite, questo sia di gravità estrema. E mi sorprende
la smania del Sindaco di dare la sua sentenza sulla matrice del gesto, una
sentenza non necessaria e non richiesta ma che è il segno dei tempi, l’urgenza
di assolvere per autoassolversi, l’ideologia politica che prevarica l’analisi oggettiva.
Non lo sappiamo se la matrice religiosa sia da escludere, non può
saperlo neanche il Sindaco. Ed è per questo che, un bel tacer non fu mai
scritto.
Luca
Craia