È un
autentico cortocircuito: Anna Casini, Vicepresidente della Regione Marche, la regione
terremotata che oggettivamente ha gestito peggio il post-terremoto del 2016,
quella stessa Anna Casini che, oltre due anni fa, inveiva contro due
terremotate che volevano conferire con lei chiamandole “gentaglia”, oggi se ne
va a Roma a protestare per l’ultimo decreto sul sisma. Ci va insieme ai Sindaci
di diversi comuni colpiti e al Presidente dell’Anci Marche, Maurizio Mangialardi, e tutti insieme, belli sorridenti, si
fanno pure la foto con tanto di fascia tricolore. Quella stessa fascia che,
ancora una volta, hanno minacciato di riconsegnare per protesta altri Sindaci
proprio ieri, definendo l’incontro romano odierno “tardiva, insignificante e
dal tono pre-elettorale”.
Posto che la Casini dovrebbe per prima cosa protestare
contro se stessa e la sua giunta regionale, direi che la definizione data dai
sindaci dissidenti è molto calzante. In effetti salta all’occhio l’orientamento
politico, quando non lo schieramento, di gran parte dei partecipanti, partendo
proprio da Casini e Mangialardi, entrambi PD e che, in quanto tali, potrebbero
fare pressione all’interno del loro stesso partito piuttosto che simulare proteste
a far favore di fotocamera. Ma si sa, nelle Marche si vota tra qualche mese, e
adesso i terremotati sono molto meno gentaglia di tre anni fa.
Ma anche i Sindaci dissidenti tanto credibili non sono. La minaccia
di riconsegnare le fasce l’abbiamo sentita tante di quelle volte che sembra il
passaggio del treno a chi vive vicino alla ferrovia. Insomma, qui non si sa più
a chi credere, ma certamente si sa, o si dovrebbe sapere, a chi non credere.
Luca Craia