mercoledì 11 dicembre 2019

Mettere la bandiera all’antisemitismo è pericoloso


Sono sempre stato profondamente contro l’antisemitismo, tanto da farci a botte, da litigare e togliere il saluto a gente che si professava antisemita. Ed è per questo che mi preoccupo seriamente di fronte alla strumentalizzazione che ne sta facendo la sinistra italiana, sempre pronta a trovare nuove vie per conquistare quel consenso perduto a causa della propria inettitudine, dalla propria distanza sempre maggiore rispetto al popolo vero e alle sue vere necessità.
La manifestazione di Milano appare decisamente come un’operazione propagandistica, per quanto molto ben studiata per non farla passare come tale. Non c’erano bandiere, almeno non sventolavano a favore di camera, ma c’era nettissima l’etichetta politica e l’accusa sottotraccia verso l’opposizione, un accusa perdurante e strumentale che parla di un odio che, invece, serpeggi in tutte le vene della politica, ne scuote tutti i gangli e muove ogni sua decisione mediatica, un odio a cui nessuno, da destra a sinistra, da sopra a sotto, è immune.
Mettere l’etichetta all’antisemitismo è pericoloso. L’antisemitismo è un’aberrazione che non ha bandiera e, purtroppo, appartiene storicamente e attualmente sia a deviati di destra che di sinistra. Attaccare la pecetta politica a chi si schiera contro l’antisemitismo pone chi appartiene all’altro schieramento al di là di una linea immaginaria, lo etichetta a sua volta. E questo può avere conseguenze molto gravi.
La politica oggi è percepita non come l’arte di curare l’interesse pubblico bensì alla stessa stregua del tifo calcistico, trasponendovi anche le sfaccettature più negative. Il tifo non ragiona, non media, è puro istinto. Se il giocatore Pinko, che fino a ieri era l’idolo della nostra squadra, domani andasse a giocare con la squadra avversaria, diventerebbe automaticamente pessimo, incapace, destinatario di disprezzo. Il rischio è che, essendo la mentalità politica molto simile a questi meccanismi intellettivi del tifo, la stessa cosa accada per i concetti, gli ideali, i pensieri. E l’antisemitismo, da concetto trasversale e universale, una volta accaparrato ed etichettato da uno schieramento politico, rischia di diventare inviso almeno alle menti più povere dell’altro schieramento. E ben sappiamo quanto danno possano fare le menti povere quando si muovono in massa.

Luca Craia