Negli anni passati
abbiamo fatto raccolte firme, presentato proposte di legge, discusso e ragionato
sui limiti morali, tutto riguardo un concetto che, alla base, è semplice e
dovrebbe essere un diritto inalienabile, quello alla legittima difesa propria,
dei propri cari e del proprio patrimonio. Un sacco di parole, un fiume di
inchiostro e un mare di bites per arrivare a quanto si apprende oggi dal
quotidiano La Sicilia. Il giornale ci racconta un caso che non molti
ricorderanno, un caso piuttosto frequente, purtroppo, e quindi che va a confondersi
coi molti altri assimilabili.
Il caso specifico è
quello di un gioielliere di Nicolosi, in provincia di Catania, che subì una
rapina nel 2011. Tre delinquenti entrarono nel suo negozio con una pistola, poi
rivelatasi una scacciacani senza il previsto tappo rosso, quindi in tutto
uguale a un’arma vera, malmenarono la moglie e minacciarono di ucciderla. Il
gioielliere, che stava lavorando nel retrobottega, accortosi di quanto stava
accadendo, corse in negozio con la sua pistola in mano e fece fuoco, uccidendo
due dei tre banditi e ferendo il terzo. Il gioielliere oggi è stato condannato
a 13 anni di reclusione.
Immaginiamoci nei
panni di quest’uomo, che sente le grida della moglie e, andando a soccorrerla,
la trova tumefatta e in mano a dei banditi che la minacciano con una pistola
alla tempia. Io non ho dubbi: avrei agito come lui, forse avrei fatto anche
peggio, perché se a un uomo tocchi i beni più cari, l’uomo li difende. Credo
sia naturale, oltre che giusto, credo sia un diritto. Poi possiamo parlare del
valore della vita umana, del diritto dell’uomo a togliere la vita a un altro
uomo, ma prima di tutto deve esserci il diritto di difendere la propria, di
vita, e quella dei propri familiari.
Di legittima
difesa non si parla quasi più. È un argomento che interessa poco, oggi siamo
preoccupati da altre cose, dai pesci in scatola o dal ritorno dei morti viventi
fascisti. Oggi, in Italia, una persona che difende la propria famiglia e i
propri beni viene condannata. Credo sia ora di ricominciare a ragionare sulle
cose serie.
Luca
Craia