Vorrei finire l’anno
con questa immagine, scattata l’altro ieri durante la rappresentazione del
Presepe Vivente di Montegranaro. Credo che chiuda perfettamente, con una sorta
di catarsi collettiva, un anno difficilissimo per il mio paese e la mia comunità.
L’anno delle elezioni, l’anno delle cattiverie, delle scorrettezze, dell’estremizzazione
massima delle divisioni. Credo di poter dire che la nostra comunità, quest’anno,
ha sofferto, si è vista lacerare come non mai, è stata ferita e mortificata
come mai mi era capitato di vedere e di vivere fino a oggi. La politica, a
Montegranaro, inzuppa ogni tessuto vitale del paese, influenza ogni decisione,
etichetta ogni azione e ogni pensiero. In un momento in cui assistiamo a una
grave degenerazione morale e culturale in tutta Italia, da noi, microcosmo che
replica e a volte acutizza nel suo piccolo quanto accade nel macrocosmo, la tradizionale
caratterizzazione politica delle fazioni montegranaresi, figlia dell’industrializzazione,
delle lotte sociali degli anni di fuoco e della competitività peculiare della
nostra comunità, ha portato a un momento di grande sofferenza per chi si
impegna e cerca di migliorare il nostro vivere, il nostro essere comunità. Il
Presepe Vivente, anche quest’anno, è riuscito a ricucire, a rincollare, a rassembrare
i pezzi di un vaso perennemente in frantumi e che, probabilmente, tra breve
tornerà a spaccarsi. Ma nel momento del Presepe assistiamo al riunirsi di una
comunità, al riavvicinarsi di opposti normalmente lontanissimi. Certo, ci sono
le eccezioni, c’è chi non riesce a superare le divisioni nemmeno per il breve
spazio di una rappresentazione allegorica oltre che religiosa. Ma la comunità,
intesa come la gran parte delle forze vive di questo paese, anche in quest’anno
complicato e doloroso è riuscita a ritrovarsi unita. Tutto questo credo sia
sintetizzato in questa foto che pubblico come buon augurio ai miei concittadini,
l’augurio di sapersi ritrovare, non soltanto per pochi giorni, comunità, una
comunità eterogenea, dinamica, competitiva ma rispettosa finalmente degli
altri, delle rispettive differenze che devono arricchire invece che dividere.
Buon 2020, Montegranaresi.
Luca
Craia