martedì 31 dicembre 2019

Nel 2020 si brinda con la pasticca rossa.


Ogni volta che parlo di droga e espongo la mia contrarietà alla sua legalizzazione anche parziale, mi trovo la bacheca della pagina Facebook del blog sommersa da insulti. Non ragionamenti, intendiamoci, insulti quando non minacce. È sintomatico, secondo me, di quanto sia diffuso l’uso delle sostanze stupefacenti o, quantomeno, quanto questo sia tollerato, considerato normale. Del resto, nella cultura imperante, farsi una canna è considerata cosa normale e la volontà sarebbe di potersela fare in santa pace, senza rischiare sanzioni e senza qualche sguardo deplorante. La sostanziale tolleranza all’uso di altre sostanze va da sé, come processo mentale, e la loro diffusione pare essere sempre più capillare.
Il titolo in prima pagine nella edizione fermana del Corriere Adriatico di oggi conferma questa sensazione. Le forze dell’ordine impegnate nel contrasto della diffusione delle sostanze illecite destinate al consumo durante i festeggiamenti per il Capodanno è sintomo evidente di questi tempi in cui, in nome della libertà, ci rendiamo schiavi. Certo, le droghe hanno sempre circolato, la l’antica eroina da iniettarsi in vena era una sostanza alienante, la sua dipendenza e i suoi effetti devastanti sul fisico e sulla mente erano così evidenti che l’eroinomane si autoemarginava, e solo questo effetto era un formidabile deterrente. Le droghe moderne sono invisibili, i loro effetti svaniscono nel nulla o, quanto meno, danno l’illusione di svanire. In società, non distingui un utilizzatore di droghe da uno che non le ha mai toccate, te ne accorgi solo quando capita qualcosa di brutto. Questo, unito alla cultura della tolleranza e della legalizzazione, ha effetti spaventosi.
Mi è stato fatto notare che non parlo mai di alcolici ma mi concentro solo sulle droghe. Ebbene, il motivo è semplice: gli alcolici non rischiano di essere legalizzati, perché sono già legali. La politica moderna tende sempre di più a legalizzare l’uso delle droghe, e credo che questo sia molto pericoloso, anche perché un ubriaco lo riconosci a vista o con l’alcooltest, praticabile immediatamente. Un drogato no, devi fare degli esami approfonditi e questi scattano solo dopo un incidente con esiti gravissimi. Ovviamente si deve lavorare sul miglioramento e sull’efficacia dei controlli, ma legalizzare qualcosa di socialmente così pericoloso a me pare assurdo.
Parliamo di schiavitù: come dicevo poco sopra, la droga ci rende schiavi e, per assurdo, ne pretendiamo la facilitazione dell’utilizzo in nome della libertà. Non c’è libertà nella droga, perché anche scegliere di drogarsi per omologarsi al costume, allo stile di vita predominante, è una forma di asservimento. Ma, soprattutto, una mente offuscata e un fisico dipendente da elementi esterni non possono essere liberi. E forse è proprio per questo che si spinge ad agevolare che questo accada.

Luca Craia