Ogni volta che
parlo di droga e espongo la mia contrarietà alla sua legalizzazione anche
parziale, mi trovo la bacheca della pagina Facebook del blog sommersa da
insulti. Non ragionamenti, intendiamoci, insulti quando non minacce. È sintomatico,
secondo me, di quanto sia diffuso l’uso delle sostanze stupefacenti o,
quantomeno, quanto questo sia tollerato, considerato normale. Del resto, nella
cultura imperante, farsi una canna è considerata cosa normale e la volontà
sarebbe di potersela fare in santa pace, senza rischiare sanzioni e senza
qualche sguardo deplorante. La sostanziale tolleranza all’uso di altre sostanze
va da sé, come processo mentale, e la loro diffusione pare essere sempre più
capillare.
Il titolo in prima
pagine nella edizione fermana del Corriere Adriatico di oggi conferma questa
sensazione. Le forze dell’ordine impegnate nel contrasto della diffusione delle
sostanze illecite destinate al consumo durante i festeggiamenti per il Capodanno
è sintomo evidente di questi tempi in cui, in nome della libertà, ci rendiamo
schiavi. Certo, le droghe hanno sempre circolato, la l’antica eroina da iniettarsi
in vena era una sostanza alienante, la sua dipendenza e i suoi effetti
devastanti sul fisico e sulla mente erano così evidenti che l’eroinomane si
autoemarginava, e solo questo effetto era un formidabile deterrente. Le droghe
moderne sono invisibili, i loro effetti svaniscono nel nulla o, quanto meno,
danno l’illusione di svanire. In società, non distingui un utilizzatore di
droghe da uno che non le ha mai toccate, te ne accorgi solo quando capita
qualcosa di brutto. Questo, unito alla cultura della tolleranza e della
legalizzazione, ha effetti spaventosi.
Mi è stato fatto
notare che non parlo mai di alcolici ma mi concentro solo sulle droghe. Ebbene,
il motivo è semplice: gli alcolici non rischiano di essere legalizzati, perché sono
già legali. La politica moderna tende sempre di più a legalizzare l’uso delle
droghe, e credo che questo sia molto pericoloso, anche perché un ubriaco lo
riconosci a vista o con l’alcooltest, praticabile immediatamente. Un drogato
no, devi fare degli esami approfonditi e questi scattano solo dopo un incidente
con esiti gravissimi. Ovviamente si deve lavorare sul miglioramento e sull’efficacia
dei controlli, ma legalizzare qualcosa di socialmente così pericoloso a me pare
assurdo.
Parliamo di
schiavitù: come dicevo poco sopra, la droga ci rende schiavi e, per assurdo, ne
pretendiamo la facilitazione dell’utilizzo in nome della libertà. Non c’è
libertà nella droga, perché anche scegliere di drogarsi per omologarsi al
costume, allo stile di vita predominante, è una forma di asservimento. Ma,
soprattutto, una mente offuscata e un fisico dipendente da elementi esterni non
possono essere liberi. E forse è proprio per questo che si spinge ad agevolare che
questo accada.
Luca
Craia