martedì 5 novembre 2019

Verona non è razzista: “esiguo numero degli autori dei cori”. Il giudice sportivo ridimensiona le cose.


A mettere una parola pesante sul caso di presunto razzismo che ha avuto protagonista, guarda caso, Mario Balotelli arriva la sentenza del Giudice Sportivo che ridimensiona notevolmente il caso e lo riporta nel novero dell’azione di un gruppo di deficienti quale veramente è.  Nel chiudere per un turno il settore “poltrone est”, quindi una porzione dello stadio Betegodi, il giudice asserisce che la decisione viene presa  "considerato il pur esiguo numero degli autori dei cori (…) rapportato al numero di occupanti quel settore”. Quindi i cori razzisti ci sono stati ma solo a opera di pochissimi elementi. Inoltre, il giudice riabilita la tifoseria veronese, visto che “si sono levati, invece, da parte dei tifosi assiepati nell’attigua curva sud cori di sostegno, seguiti da un lungo applauso".
Ora capiamoci: che in uno stadio gremito di persone ci siano una ventina di cretini razzisti ci può stare, altrimenti l’umanità non avrebbe i problemi che ha. Da qui a etichettare come razzista un’itera città come è stato fatto in questi giorni da tanta stampa e da altrettanti benpensanti sui social, ce ne passa. E bisogna stare attenti in queste cose perché la storia de “al lupo al lupo” la conosciamo tutti.


Luca Craia