mercoledì 6 novembre 2019

Una Bibbiano anche nelle Marche? La risposta della Giunta Regionale non soddisfa le opposizioni.


Sappiamo con esattezza e documentazione alla mano che episodi assimilabili a quelli di Bibbiano sono accaduti e stanno accadendo anche nelle Marche”. Sono parole di Marzia Malaigia, Consigliere Regionale della Lega, che ha presentato un’apposita interrogazione in Consiglio Regionale per conoscere la situazione nelle Marche circa l’affido sui minori. Analoga azione è stata svolta dal Consigliere di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi, ed entrambe si sono dette, uscendo sulla stampa, del tutto insoddisfatte della risposta fornita dall’assessore Anna Casini, che rispondeva in vece del Presidente Ceriscioli, in quel caso assente.
Se la Leonardi si dice preoccupata per i numeri forniti dalla Casini, soprattutto per i 5 milioni e mezzo che annualmente si spendono per le strutture di accoglienza, cifra che testimonia la vastità del problema, La Malaigia va oltre e parla specificamente di “moltissime famiglie, alle quali viene impedito di poter crescere o anche avere informazioni sui propri figli, per via di sentenze incomprensibili o quantomeno discutibili da parte del Tribunale dei Minori”. Se i dati sono questi, la situazione è davvero preoccupante.
Preoccupante anche perché, come afferma la Leonardi, le strutture di accoglienza dei minori in affido “non si sa se sono monitorate e che cosa risulta da eventuali controlli”, accusa pesante perché è fondamentale che, oltre le decisioni e le sentenze, si tenga in costante monitoraggio come poi i bambini vivano e crescano, anche in considerazione del trauma subito nell’essere strappati alle famiglie di origine.
Ma, soprattutto, è l’apparente facilità con la quale i bambini vengano sottratti dal contesto familiare. Secondo Marzia Malaigia, “solo in casi estremi di violenze, abusi, mancanza di cure o stati di abbandono, si può ricorrere ad un allontanamento, che non deve essere una misura che provochi un ulteriore trauma o un distacco definitivo, ma possibilmente un provvedimento transitorio, in supporto e non in contrasto alla famiglia”. E forse è questo il punto: occorre mettere in campo quegli strumenti che sostengano le famiglie in difficoltà e che mantengano il più possibile stabile il quadro familiare, nell’intento di rimuovere i fattori di rischio per i minori. Solo nel caso che questo non sia possibile, si dovrebbe intervenire con l’affido.
C’è un Tavolo dei minori fuori della famiglia di origine”, organismo che dovrebbe monitorare e raccogliere i dati sulla situazione dei 1500 minori dati in affido, ma che, secondo Elena Leonardi, non ha ancora fornito “modalità organizzative e gestionali, come ammette lo stesso assessore”. “L’obiettivo primario deve essere sempre il benessere psicofisico dei bambini e degli adolescenti”, afferma sempre la Leonardi, ma visti i dubbi sollevati da più parte sul funzionamento del sistema complessivo, occorre fare la massima chiarezza, anche perché, se è vero quello che teme Marzia Malaigia, la situazione è piuttosto allarmante.

Luca Craia