mercoledì 27 novembre 2019

Napalm51 inconsapevoli crescono.


Ho uno spirito critico. Quando una cosa non mi piace, lo dico. E lo dico senza mezzi termini, non ci giro intorno, non medio, dico quello che penso e basta. Secondo i canoni attuali io sono un odiatore. Il marito di un’assessora del Comune di Montegranaro ama definirmi Napalm51, come un personaggio di Crozza che, tra l’altro, ignoravo e ho dovuto documentarmi per capire che, secondo lui, io sarei un odiatore seriale. Lui, evidentemente, no.
Ebbene, io non odio nessuno. Sono incapace di odio, non ho mai augurato né mai augurerò il male a nessuno, nemmeno al mio peggior nemico. Non ho astio né desiderio di vendetta. Ma, come dicevo sopra, se una cosa non mi piace, faccio del tutto per cambiarla e sono pronto a combattere fino alla morte (si spera morale) per le mie idee. Non credo affatto di poter essere catalogato per questo come odiatore. Semmai odia chi mi cataloga.
È quello che è accaduto a Diego Fusaro. Non ho particolare simpatia per il giovane filosofo, ma spesso mi trovo d’accordo con quello che pensa. Mi sono trovato d’accordo con lui anche quando ha definito “cogito interrotto” il pensiero delle cosiddette sardine, cosa poi confermata nei fatto dal famigerato e orrido manifesto. Per questo motivo, Fusaro ha dovuto subire la violenza verbale di migliaia di orchi benpensanti, opportunamente alimentati nella loro biliosa azione mediatica da quello che ho sempre considerato un ottimo giornalista, Enrico Mentana, con un post sulla sua pagina Facebook. E Mentana, da parte sua, non ha fatto nulla per fermare la spirale di odio, odio vero, distillato, da egli stresso generata, e se ne è uscito con una frase terrificante, del genere “se l’è cercata, ora se la tiene”.
 L’accusa di odio, che sfonda il limite dell’ipocrisia, definisce odio la critica legittima ancorché aspra e innesca odio vero, perché parte dall’odio vero. Solo che pare ci sia un odio autorizzato e un odio fuori legge, anche quando odio non è.
 
Luca Craia