martedì 26 novembre 2019

Aula deserta per il decreto terremoto. I terremotati non interessano nessuno. Ed è anche colpa loro.



È piuttosto sconcertante l’immagine dell’aula di Montecitorio vuota per la votazione del cosiddetto “decreto terremoto”. Si ha la netta impressione (impressione?) che del terremoto e, soprattutto, dei terremotati non freghi più niente a nessuno. Certo, l’impressione c’era anche prima, ma la foto dell’aula vuota è un segnale piuttosto preciso e significa, almeno secondo la mia interpretazione, che la questione, almeno politicamente, può considerarsi chiusa.
In effetti, la politica si interessa ai problemi fintanto ne tragga qualche tipo di beneficio. Come si dice nelle Marche, chi fa politica, in genere “non tira se non coglie”, ossia non fa nulla se non ha un tornaconto. Il tornaconto, col terremoto, non c’è più. Non c’è ritorno di immagine, in quanto le telecamere, ormai, si sono spente e persino i fotografi, dopo aver pubblicato libroni commoventi, ora si godono il frutto del loro lavoro e non fotografano più nulla. I giornalisti vanno a farsi un giro nel cratere quando hanno necessità di scrivere una storiella lacrimevole. Da tutto questo, i politici, che beneficio vuoi che ne traggano?
La politica si muove anche per timore. Chi fa politica teme la sputtanata come la peste e, se ci fosse un fronte serio di protesta, starebbero sempre lì, a ingraziarsi questa o quella parte. Ma non c’è alcun fronte di protesta, in realtà non c’è mai stato, con divisioni e faide tra i vari comitati. Per cui i politici non hanno nulla da temere, anzi, se capitano da quelle parti, magari per tagliare l’ennesimo nastro, sono sempre accolti festosamente.
Poi c’è il fattore elettorale: i terremotati sono pochi, spostano pochi voti. Hanno avuto la possibilità di eleggere i propri rappresentanti, ma ne è entrato uno solo e coi voti di scarto, non l’hanno neanche votato, e gli stanno facendo una guerra giudiziaria e mediatica che non si capisce. E quindi cala anche l’ultimo motivo per cui la politica si debba interessare di terremoto.
Ecco, l’immagine dell’aula di Montecitorio vuota ci restituisce in pieno una situazione cristallizzata, ferma sul nulla di fatto e sul poco che si farà, una paralisi di volontà le cui radici sono profonde e di cui parte della responsabilità ricade sui terremotati stessi. Perché lo dobbiamo ben sapere: la politica non fa gli interessi della gente, è la gente che deve essere interessante per la politica. E la gente terremotata, interessante, non lo è più.

Luca Craia