martedì 8 ottobre 2019

L’Europa condanna l’Italia a buttare via le legge sui pentiti.


La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per il suo regime carcerario relativo ai pentiti. La condanno arriva a seguito del ricordo di Marcello Viola, condannato all’ergastolo per associazione mafiosa, omicidio, rapimento e detenzione d'armi. Un pezzo di pane, insomma. Viola  contestava all’Italia il fatto che i pentiti, per la loro collaborazione, percepiscono uno sconto di pena o altre agevolazioni, mentre lui, che di pentirsi non ha la minima intenzione, è costretto a farsi tutto l’ergastolo in galera. La Corte di Strasburgo gli ha dato ragione.
Il motivo per cui la Corte Europea ha condannato l’Italia, invece, è proprio il sistema incentivante nei confronti del pentito che collabora. Un sistema che ha dato grandi risultati nella lotta al terrorismo e alla mafia ma che, a quanto pare, non piace all’Europa. Lo si capisce dalla motivazione della sentenza che stabilisce come, sempre secondo la Corte, la non collaborazione non implichi necessariamente che il condannato non sia pentito di quanto compiuto, o che ancora abbia contatti con la criminalità; non è detto che sia pericoloso. Un personaggio condannato mafia, rapimento, omicidio potrebbe non essere pericoloso, secondo la Corte di Strasburgo e se non collabora con la giustizia non può essere discriminato rispetto a chi, invece, si pente e collabora.
Quindi l’Italia sarà costretta a cambiare la propria legislazione sui pentiti. In questo modo un sistema che ha dato ottimi risultati dovrà essere accantonato. È quasi meglio quando l’Europa ci dice quanto debbono essere grosse le vongole.

Luca Craia