martedì 8 ottobre 2019

Chiude Radio Aut. Grave perdita per il Piceno. Teniamola accesa.


Radio Aut è un’istituzione, come lo è Giancarlo Guardabassi, voce radiofonica per antonomasia, maestro di tanta gente che ha fatto e fa radio sia per mestiere che per diletto, rivoluzionario conduttore negli anni ’70 e punto di riferimento per tantissima gente che lo ha seguito negli anni e ancora lo segue. Ieri, sulla pagina ufficiale della radio marchigiana, è comparso l’annuncio, firmato dallo stesso Guardabassi, che l’emittente è intenzionata a chiudere entro la fine dell’anno.
Non si spiegano i motivi che hanno portato a questa decisione, ma immagino siano quelli che hanno indotto tante altre radio “libere” a spegnere i trasmettitori: costi elevati, normative sempre più opprimenti, concorrenza dei network insostenibile. Non mi metto a sindacare sulle ragioni e immagino che Giancarlo Guardabassi e il suo staff abbiano ponderato bene la decisione. Mi limito a dire che è un peccato, un grande peccato.
Radio Aut svolge un ruolo importantissimo per il territorio, un ruolo di informazione ma anche un ruolo di coesione. Radio Aut ha unito e unisce i propri ascoltatori, ha creato negli anni una vasta comunità diventando la voce di chi normalmente non ha voce, la compagnia per chi è solo, il collegamento tra persone distanti che comunicano e si informano tramite i microfoni accesi a Francavilla D’Ete. Tutti noi che abbiamo fatto radio abbiamo un debito di riconoscenza verso Giancarlo Guardabassi, ma anche l’intero Piceno deve riconoscergli un ruolo di collante sociale fondamentale.
Un ruolo che dovrebbe essere portato avanti, perché c’è ancora necessità di qualcuno che mantenga accesi questi legami nel territorio. Per questo credo sia un peccato, di più, una perdita grave. Rispetto la decisione ma credo che non si dovrebbe lasciare che questo accada. Radio Aut è un bene per la collettività e dovrebbe essere preservato, e intendo preservato con la stessa impostazione e la stessa funzione che ha sempre avuto. Per questo spero che si faccia qualcosa per tenere accesi quei ripetitori, anche a livello istituzionale. Il Piceno lo merita e ne ha bisogno.

Luca Craia