giovedì 17 ottobre 2019

Bella Ciao in curdo. Mettere il cappello della sinistra su ogni cosa, arte antica che non paga più.


A che servano le fiaccolate, le processioni laiche, le manifestazioni fatte a migliaia di chilometri dal beneficiario delle stesse e a sua insaputa non me lo sono mai spiegato ma, essendo in democrazia, e ringraziando Dio per questo, ognuno accenda fiaccole e faccia passeggiate dimostrative come e quanto vuole. A me dà fastidio la strumentalizzazione delle cose. Per esempio mi dà fastidio che a Fermo, durante una manifestazione di solidarietà con il Popolo Curdo attaccato dai Turchi, organizzata da sindacati e comitati di sinistra, si sia intonata l’ormai trita Bella Ciao in lingua curda. Perché? A che serve? Che si vuole dimostrare? Che c’entra Bella Ciao coi Curdi? Quando la smetterà, la sinistra italiana, di mettere il proprio cappello, il proprio marchietto su ogni cosa? Non è una questione di lana caprina, perché questo comportamento toglie valore ai gesti, politicizza ogni cosa e allontana dalle cause giuste chi, per esempio, Bella Ciao non la vuole cantare. Non si fa un buon servizio al Popolo Curdo così.

Luca Craia