"Chiediamo perdono per le parole vuote, false e
prive di significato che in questi tre anni abbiamo detto e ascoltato".
Mentre monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, pronunciava queste parole
durante l'omelia della funzione di commemorazione delle vittime del terremoto
di Amatrice, proprio nel palasport della cittadina distrutta dal sisma il 24
agosto 2016, evidentemente rivolgendosi a chi aveva e ha ruoli di
responsabilità nel Paese, il segretario nazionale del Partito Democratico
sembrava assorto in altre occupazioni, a occhio e croce impegnato con il
telefonino. Chissà se, nonostante questo impegno manuale, è riuscito a seguire
l'omelia? Auguriamocelo, gli avrebbe fatto bene.
Luca Craia