Diciamolo: Salvini ha fatto un
pastrocchio, un capolavoro di autodistruzione. Lo avranno consigliato male,
sarà stato il mojito, il sole di agosto, fatto sta che, nello slancio di andare
subito alle elezioni, cosa che ci auguriamo un po’ tutti, ha fatto il passo più
lungo della gamba, è scivolato, s’è storto una caviglia e, enunciando un
interminabile elenco di santi, sta cercando di rimediare piroettando sul piede
sano. Una scena patetica, indecorosa. Una scena che ci dà la misura della
qualità politica, non tanto di Salvini stesso, quando dell’intera classe
dirigente attuale.
Perché, vedete, Salvini è quello che è,
ma l’alternativa è addirittura peggiore. Quando meno, dalla Lega, stanno
arrivando idee percorribili, un progetto per il Paese che ha una sua certa
credibilità. Dal PD non possiamo aspettarci niente di meglio di quello che
abbiamo già avuto modo di vedere e, anche se i vertici sono cambiati, la musica
rimane la stessa. D’altro canto, se Zingaretti facesse anche ridere, sarebbe la
fotocopia di Renzi.
Berlusconi è sempre più bollito e il
partito in preda alla tenia della successione, con i suoi esponenti più rappresentativi
pronti a sbranarsi per quel poco che è rimasto del berlusconismo. La Meloni ha
ottime idee e un bel cipiglio, ma si sta circondando di figure preoccupanti,
anche a livello periferico, tutta presa da questa improvvisa quanto inaspettata
crescita di consenso. La sinistra propriamente detta non dà segno di sé.
Poi ci sono i Cinquestelle. E fanno un gran
rumore, con le loro unghie sugli specchi, a darci lezioni di diritto
costituzionale, a spiegarci come funziona una crisi di governo, le prerogative
del Presidente della Repubblica e via discorrendo. Soprattutto, hanno un gran da
fare per spiegarci che loro, con Renzi e la Boschi, non si siederanno mai,
manco per mangiarsi un piatto di cozze. Ma con Zingaretti non ce lo dicono se
si siederanno. Lo deciderà Mattarella. E no, non funziona così: l’accordo è
politico, e Mattarella non ci dovrebbe mettere bocca. Si presenta una
maggioranza e Mattarella benedice ma non può, anzi, non potrebbe crearla lui,
la maggioranza. Quello poteva farlo solo Napolitano, e i Cinquestelle dovrebbero
ricordarselo bene, visti gli strepiti che fecero all’epoca.
Il punto è che i Grillini non stanno
facendo nulla di strano, non lo farebbero nemmeno se baciassero Zingaretti con
la lingua, perché la politica, quella vecchia e stantia, funziona così. Ma loro
dovrebbero essere quella nuova, di politica, quella della democrazia aperta,
della piattaforma Rousseau. E la nuova politica, questi giochetti, non li
dovrebbe fare. A meno che non sia diventata vecchia pure quella.
Luca
Craia