venerdì 12 luglio 2019

La pacificazione impossibile


Sono odi sopiti, tramandati di generazione in generazione, bili travasanti dopo anni di ipocriti sorrisi sostenute dalla nuova impunità dei social e da un concetto che tutto pare sia concesso. L’Italia è spaccata in due, del resto come ogni piccolo paesino, spaccature alimentate da astio, livore, autentica cattiveria. Voglia di vendetta, per storia non vissuta ma raccontata, giudicata con scarsi mezzi e visioni parziali e obnubilate da ideologia e, appunto, odio. Ma anche scarsa capacità di gestire le sconfitte, di capire e confutare civilmente gli argomenti contrapposti, volontà di prevaricazione, di sopraffazione. Stupidità di fondo e, soprattutto, tanta cattiveria.
Da una parte ci sono gli elettori di destra, che una volta, per la maggior parte, votavano a sinistra e si sono visti traditi nelle aspettative e nelle idee, dimenticati, abbandonati per battaglie politicamente più remunerative, o più facili, o più sostenute dal consesso internazionale. Sono molto arrabbiati gli elettori che una volta erano a sinistra e ora inneggiano Salvini, e la rabbia non è mai buona consigliera, specie se non si ragiona, se non si cerca un punto di incontro.
Ma il punto di incontro nemmeno c’è se la sinistra continua, nella sua spocchia suicida, a presumersi al di sopra del bene e del male, anzi, a ritenersi essa stessa il bene assoluto e, in quanto tale, autorizzata anche a compiere il male in nome di un bene superiore che, poi, sarebbe il proprio. I sostenitori della vita, della sua preziosità e della necessità di difenderla a ogni costo, anche violando le leggi dello Stato, anche infischiandosene del bene superiore vero, quello che vorrebbe un ragionamento diverso che tuteli tutti, la capra di Salvini e il cavolo delle ONG e di chi c’è dietro.
Odiano tanto a sinistra, tanto da far paura. Sono capaci di augurare e, probabilmente, di causarlo, visto che ci sono anche i precedenti. Del resto, i compagni con la mitraglietta Skorpion ce li ricordiamo tutti, anche perché ora ce li passano in televisione come esperti di politica e quasi eroi nazionali. Appendono fantocci a testa in giù, fanno vignette con Salvini morto, minacciano di andare a prendere chi non ha votato per loro casa per casa (Chef Rubio) ma, al di là degli estremi, che pure sono tanti, c’è l’odio alla base di tutto, l’odio che provano quasi tutti, a sinistra, odio profondo e viscerale, che si percepisce ogni volta che parli con uno di loro.
La pacificazione nazionale, mai avvenuta dopo la fine della Guerra, oggi è sempre più lontana.

Luca Craia